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La Forgia


On. Antonio LA FORGIA (Presidente del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna, in rappresentanza della Conferenza dei Presidenti dell'Assemblea, dei Consigli regionali e delle Province autonome):

Non vorrei imitare questo mirabile gesto retorico, che è stato così ampiamente utilizzato, di mettere da parte i miei appunti e di improvvisare un intervento, per due buone ragioni. La prima per me obbligante, perché, come ha detto Lei, onorevole Soda, le cose che io dirò sono in qualche modo espressione di una Conferenza, e dunque di una pluralità di persone. Eventuali strafalcioni saranno i miei, ma le cose positive saranno della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, dell'Assemblea siciliana e delle Province autonome. La seconda ragione è che il fatto che io legga brevissime note che abbiamo insieme predisposto per questa occasione sarà forse una testimonianza ancora più convincente di quella profonda convergenza di orientamenti che costituisce il miglior viatico al successo, al raggiungimento dell'obiettivo che vogliamo perseguire.
Queste note sostanzialmente iniziano sottolineando che la valorizzazione e la promozione di nuovi sistemi informativi si intreccia indissolubilmente con il processo di superamento di una organizzazione rigorosamente gerarchica, o tendenzialmente gerarchica, dell'azione di governo, di questo modello organizzativo, che si manifesta sia in scala europea, sia nell'architettura istituzionale che il nostro Paese è andato costruendo grosso modo in questo ultimo decennio.
Da molto tempo ormai si riflette sul fatto che nel nuovo mondo globalizzato occorre innovare non soltanto le politiche, e questo è del tutto evidente, ma anche le relazioni tra la politica e la società, così da permettere che gli attori economici e gli attori sociali possano intrattenere, costruire un adeguato feedback con il processo della decisione politica e dell'esercizio della funzione di governo.
Se si tratta di sostituire il vecchio modello gerarchico con un nuovo sistema aperto, con un modello orientato al processo, è ragionevole pensare che il network sia il miglior meccanismo, per garantire il coinvolgimento costante delle parti in causa. Ed è ragionevole pensare l'attività di governo come gestione di flussi informativi, con gli attori istituzionali collocati in nodi strategici, in cui ogni decisione e azione possa interagire sia con il network, sia con la società.
Probabilmente l'Unione Europea potrebbe essere ben descritta, ben rappresentata, appunto come un network multilivello, come un governo policentrico o multicentrico, come è stato detto, in cui nessun attore possa dominare, ma in cui tutti gli attori abbiano il potere di condizionare la direzione e il flusso del processo.
Entro tale modello trovano agevolmente spazio sia la valorizzazione della dimensione regionale subnazionale, sia il riconoscimento delle forme di partecipazione, quale strumento, quale possibilità di rafforzamento della vitalità e della intensità dei nostri processi democratici, di cui voi avete già detto.
Non solo, ma lo stesso protocollo sulla sussidiarietà annesso al trattato costituzionale sottolinea in particolar modo il principio della comunicazione di informazioni ai Parlamenti nazionali degli Stati membri, rafforzandone anche così il principio della cooperazione interparlamentare a livello sussidiario.
La cooperazione a tutti i livelli, europeo, nazionale e regionale, tra le assemblee legislative, ed il consolidamento delle reti, dei network istituzionali, richiedono evidentemente uno sforzo continuo di armonizzazione dei nostri sistemi di regolazione legislativa.
In altre parole, il modello di governance proposto nel 2001 dal Libro bianco della Commissione Europea suggerisce un percorso di lavoro che possiamo svolgere e dobbiamo necessariamente specificare.
Le assemblee regionali hanno intrapreso da tempo un percorso di lavoro, le cui premesse di quadro ho cercato in qualche modo di riferire sinora, e hanno compreso la necessità di connessione per la rete istituzionale e regionale, necessità di connessione che ha rafforzato di fatto anche il ruolo del collegamento orizzontale tra le diverse assemblee legislative regionali.
La riforma dell'ordinamento in senso federale, anche alla luce delle pronunce della Corte costituzionale, ha rafforzato la necessità di un ambiente normativo sempre più unificato, nel quale la legislazione regionale deve dialogare con la legislazione statale e comunitaria, per concorrere alla definizione delle diverse politiche legislative. Vi posso assicurare che anche dal nostro punto di vista, quell'inevitabile effetto di ridondanza che si manifesta in tutti gli ambiti - ne parlava appunto il Presidente Bruno - della legislazione già classificata formalmente come concorrente, ma non solo quella, rende del tutto corpose e consistenti queste esigenze.
Per questi motivi, tra le attività intraprese in questi anni dalla rete di collegamento delle assemblee regionali italiane, e grazie anche all'impulso della Camera dei deputati - basta osservare che il rapporto sulla legislazione ormai contiene stabilmente una parte regionale - tra queste attività, dicevo, si colloca, di intesa con il Dipartimento degli affari regionali, il progetto Info Regioni, un progetto volto alla informatizzazione ed alla consultabilità on line della normativa regionale, ma anche ad una armonizzazione dei nostri sistemi informativi.
Io credo che questo incontro abbia sottolineato il riconoscimento pieno della necessità di coordinare queste attività progettuali, sia sotto il profilo informatico e informativo, sia sotto il profilo delle regole di drafting, che in questi anni si sono arricchite di strumenti di lavoro nuovi ed importanti.
Il progetto connesso all'articolo 107, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dalla Camera dei deputati, dal Senato della Repubblica e da altre amministrazioni, con la collaborazione tecnica del CNIPA, rappresenta, allo stesso tempo, un punto di riferimento di un incentivo al progetto regionale.
Credo anche che le nuove progettualità, in particolar modo per il nostro ambito, quello regionale, possano fare riferimento anche all'esperienza che in questi anni la Camera dei deputati ha sviluppato, con la manutenzione, diciamo così, e l'implementazione della banca dati delle leggi regionali.
Così come credo che molto lavoro in questi anni è stato fatto dalle nostre assemblee regionali, che hanno autonomamente aggiornato le tecniche informatiche ed informative alle esigenze delle nuove forme di classificazione e marcatura dei testi, su cui il CNIPA ha fornito un prezioso contributo. Ed alla luce precisamente di questo contributo, il CNIPA stesso potrebbe ancor più svolgere un efficace ruolo di coordinamento delle nostre progettualità.
Infine, un'ultima considerazione circa l'armonizzazione delle regole di drafting per il coordinamento dei testi legislativi e dei testi inerenti l'istruttoria pre-legislativa.
Si tratta di far armonizzare e convergere il manuale, elaborato alcuni anni fa per conto della nostra Conferenza, con le disposizioni in materia, predisposte dalla Camera dei deputati, dalla Presidenza del Consiglio e dal Senato della Repubblica. Un lavoro che trova, mi pare, già una consolidata base di partenza, e che alla luce delle peculiarità proprie del mezzo informatico, potrebbe arricchire il lavoro svolto con le nuove sensibilità e le peculiarità proprie della documentazione elettronica.
Temo di avervi un po' annoiato con l'ultima parte, ma direi che è una testimonianza di volontà autentica a procedere sulla strada che ci appassiona.

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