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Letta


Dott. Gianni LETTA (Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio):

Grazie Presidente. Anch'io ringrazio per l'iniziativa odierna e per l'invito. Non credo di dovere aggiungere molto a quello che ho già sentito, anche perché chi ci ascolta ne sa, in molti casi, più di me, ma si tratta di addetti ai lavori, quindi sono problemi con i quali hanno consuetudine, familiarità e con i quali si misurano tutti i giorni.
Quindi anch'io, prendendo il suo esempio, consegnerò le mie poche cartelle agli atti. Non sono impreziosite dai suoi riferimenti all'incoronazione di Poppea o a Manzoni, sono sicuramente più povere, ma forse rispondono a quella domanda centrale che Lei ha posto nella sua splendida introduzione.
Lei ha sottolineato gli aspetti tecnici del problema che ci trova qui riuniti, ma ha sottolineato, in due o tre passaggi, che la risposta che Lei vuole, che il Comitato vuole, che la situazione esige, non è tecnica, ma politica, perché solo una volontà politica potrà portare finalmente a compimento il progetto. Io sono qui allora soltanto per dare risposta piena, adesiva al suo appello, alla sua domanda, e dirLe che esiste la volontà politica di secondare finalmente i lavori di questo Comitato e di vincere quelle resistenze, superare quegli ostacoli, colmare quelle lacune e quei ritardi che sino ad oggi hanno consentito al Comitato o a quelli che prima di questo Comitato avevano preso questa iniziativa, di camminare, non dico lentamente, ma perlomeno non con quella speditezza che, dagli interventi di chi opera tutti i giorni sulla legislazione, sono e appaiono, una volta di più, urgenti.
Perché dico questo? Perché tutti i principi e gli obiettivi che Lei ha indicato nella sua splendida introduzione sono cose di cui non solo i deputati e i senatori, non solo gli uffici legislativi, ma forse anche i cittadini e comunque tutti gli studiosi parlano da molti anni: che il nostro sistema sia farraginoso, confuso, che nelle nostre leggi manchi linearità, chiarezza, semplicità, che il nostro sistema sia difficilmente accessibile al cittadino e che non ci sia nessuna facilità di accesso, sono cose che tutti sappiamo da molti anni, ma contro le quali non si è riusciti, fino ad oggi almeno, a fare qualcosa di realmente incisivo.
E anche quando una legge della Repubblica, con la norma della legge finanziaria per il 2001, il famoso articolo 107, ha tentato di costituire un fondo per "costringere" - vorrei dire tra virgolette - ad operare al di là dei proclami o delle dichiarazioni di intenti, si è rivelato che anche con questo fondo il cammino è accidentato, difficile e irto di difficoltà.
Il senatore Vizzini ha tentato di individuarne alcune e, con senso e spirito pratico, ha mirato al cuore del problema, ma secondo me ci sono pure delle confessate o inconfessate resistenze, anche all'interno delle amministrazioni, diciamoci la verità, ci sono delle piccole gelosie, non voglio dire tra lo Stato e le Regioni, tra i due sistemi oggi concorrenti di legislazione, ma anche all'interno delle diverse amministrazioni dello Stato centrale. Non dico tra Camera e Senato, dove notoriamente c'è sempre stata armonia, collaborazione, non competitività e non conflittualità, ma talvolta anche nella redazione delle leggi, ci si impunta nell'una Camera e nell'altra, a difendere presunte o reali prerogative, o magari soltanto modi di dire o consuetudini regolamentari.
Invece, l'obiettivo che Lei ci ha indicato e che il Comitato persegue esige di per sé una collaborazione corale, armonica, che tutti i soggetti siano protesi allo stesso fine, mettendo da parte le rispettive consuetudini, mettendo da parte il modo con cui ciascuno ha sempre scritto, redatto, diramato, comunicato, cercando il più possibile di convergere. Ecco perché il tavolo comune è importante.
Ma sa perché ho fiducia che questa volta ci si riuscirà? Vedo sorridere il dottor Palanza, ha già capito quello che voglio dire: perché per la prima volta il lavoro è stato affidato, per la parte relativa alla legislazione vigente e cioè al fondo costituito dalla legge finanziaria per il 2001, ad un Comitato guida, costituito dai segretari generali della Camera, del Senato, della Presidenza del Consiglio, con l'aggiunta di altre persone, come il qui presente direttore del Dipartimento degli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio, che ha direttamente e per istituto la responsabilità non solo del coordinamento nella preparazione dei testi legislativi, ma anche nella armonizzazione delle norme.
Quindi credo che sia affidato, per la prima volta, a coloro che per competenza tecnica hanno tutti gli strumenti per governare veramente la legislazione. Infatti, è necessaria proprio una capacità di governo della legislazione, per arrivare ad un modo di fare le leggi che sia chiaro, semplice, corretto, lineare, accessibile e armonico, cioè condiviso e uniforme.
I componenti del Comitato guida sono le persone che per competenza tecnica, per competenza scientifica e giuridica, possono governare la legislazione, ma sono nel contempo così vicini, integrati, intimi rispetto a chi ha la responsabilità politica, perché sono coloro che mettono i responsabili politici in condizione di esercitare il loro potere, che sono lo snodo essenziale del problema che Lei ha individuato.
Quindi credo che avere dato incarico a questo Comitato di individuare le strade e le forme, in concreto, per realizzare sul piano pratico questa collaborazione, ci possa finalmente portare al risultato sperato.
E questo mi consente di rispondere pienamente alla Sua domanda. Esiste la volontà? Io non so se potrò, come Lei ha auspicato, vestire la fascia dell'ufficiale di stato civile e celebrare il matrimonio, come Lei ha detto, tra la volontà politica e l'esigenza tecnico-scientifica.
La volontà di farlo c'è, sono qui a testimoniarla, e come il consigliere Zucchelli potrà confermare, tutto il lavoro che insieme stiamo facendo, o meglio tutto il lavoro che loro stanno facendo - e che io, con totale convincimento, assecondo, anche perché lo seguo con partecipazione attiva, perché è una fonte continua di arricchimento e di apprendimento anche per me - tutto il lavoro che stanno facendo tende proprio a questo. D'altra parte tale lavoro - e anche qui rispondo alla Sua domanda sulla volontà politica - è perfettamente in linea con il programma che questo Governo si era dato, quando ad uno dei punti cardine aveva messo proprio la digitalizzazione della pubblica amministrazione. E sta qui forse la risposta tecnica, che, sposandosi a quella volontà politica, potrà risolvere il problema. Infatti, ci saranno state anche le lobby dei privati, ci saranno state anche le gelosie degli organi istituzionali, ci saranno state anche le resistenze dell'amministrazione, ma non c'è dubbio che una difficoltà oggettiva è anche di ordine pratico, deriva cioè dalla impossibilità per chiunque, che non sia Pico della Mirandola o il consigliere Zucchelli, di seguire tutta la legislazione vigente, di seguire tutte le norme che ancora sono in vita, e accompagnarle a quelle continuamente e affannosamente prodotte da Parlamento e Regioni. Quindi, già conoscere la realtà della legislazione vigente è una impresa titanica. Ecco perché solo la tecnologia, solo l'informatizzazione può consentire di arrivare realmente e in maniera certa ed affidabile alla conoscenza dei testi in vigore. Capita, è capitato di abrogare norme già abrogate ad alcune amministrazioni o anche alle Camere, non dico quale, se alta o bassa, ma capita a tutti di prendere abbagli del genere, perché è impossibile conoscere e navigare nella legislazione esistente con grande facilità. Il supporto della tecnologia consentirà questo primo immenso risultato. Di qui la collaborazione con la Corte di cassazione, che diventa essenziale, non solo per mettere insieme le banche dati esistenti, ma anche perché una collaborazione di questo tipo, interistituzionale, lega allo stesso progetto e allo stesso sistema tutti coloro che producono o che lavorano con le leggi.
Se questo primo passo avrà successo, sarà più facile compiere il secondo. Non dobbiamo aspettare però il compimento del primo per avviare il secondo, quello cioè di portare ad uniformità il modo di fare le leggi, prima tra le amministrazioni dello Stato, poi tra il Governo e il Parlamento - Camera e Senato -, quindi tra la legislazione statale e le Regioni, che non solo aumentano le proprie competenze e dunque la propria produzione legislativa, ma che, per quella mobilità delle frontiere per materia che ci ricordava il Presidente Bruno, sono spesso al confine o in competizione, o addirittura in conflitto, garantendo così alla Corte costituzionale una massa di lavoro, benedetta dagli avvocati dello Stato e che in molte Regioni fa le fortune degli avvocati privati. Ma, se fatto il primo passo, quello della informatizzazione, arriveremo ad un governo della legislazione vigente rapido, efficace, affidabile, certo, garantiremo anche l'accessibilità, con quella gratuità alla quale il senatore Vizzini alludeva, per garantire non solo il miglioramento della qualità tecnica delle leggi, ma quella migliore partecipazione del cittadino alla vita democratica, che Lei auspicava come premessa del lavoro del Comitato per la legislazione. In definitiva è questo il fine ultimo per migliorare il rapporto del cittadino, non dico con la politica, ma con le istituzioni, con le leggi che deve rispettare, perché se è vero che l'ignoranza non assolve, però è anche vero che oggi il cittadino è messo in condizioni quasi impossibili e che la ricerca stessa è oggettivamente difficile, non solo per un cittadino qualunque, ma molto spesso anche per un esperto del diritto, anche per un bravo avvocato.
Il supporto della tecnologia, che, come ci hanno insegnato e come suggerisce l'esperienza quotidiana di ognuno di noi, serve proprio a migliorare la qualità, la quantità della produzione e l'efficienza delle macchine che debbono produrre, credo e spero che possa rappresentare il migliore dei supporti anche nella ricerca e nell'accessibilità delle fonti. Allo stesso modo, questo lavoro e il supporto della tecnologia potranno consentire di raggiungere più facilmente uniformità di linguaggio, regole comuni, un modo anche più semplice di fare le leggi, perché la tecnologia è elementare, qualcuno dice addirittura stupida, anche senza dire questo certamente esige linguaggi semplici. Quindi sarà un'ulteriore spinta alla semplificazione del linguaggio. Nell'esperienza dei Governi e dei Parlamenti passati, e forse anche di questo, c'è anche, per esempio, un nucleo di semplificazione, cioè gruppi di lavoro che avevano come unico obiettivo e come unica missione quelli di studiare norme di semplificazione legislativa. In alcuni casi - e non senza sorpresa - ho visto che questo nucleo lavorava alla complicazione, non alla semplificazione, perché dettava norme che dovevano teoricamente o astrattamente tendere a semplificare il rapporto del cittadino con la legge, o delle amministrazioni con l'iter legislativo, e finivano invece per complicarlo e di molto.
Quindi, in maniera pratica, con la collaborazione di tutti, se tutti siamo convinti - Parlamento, Regioni, Governo, Corte di cassazione, i singoli uffici legislativi, i giuristi che sovrintendono a questi uffici, ai quali soprattutto chiedo la collaborazione tecnica, che renda possibile quel matrimonio tra tecnica e politica, che è nella volontà politica - se tutto questo sapremo capaci di fare, io credo che finalmente potremo avviare non solo la semplificazione, non solo la catalogazione, non solo l'accessibilità alle leggi, ma finalmente un metodo che porti a delle leggi migliori, nell'interesse appunto di una migliore e più convinta partecipazione dei cittadini al processo democratico.
Anche di questo ringrazio il Comitato, anche di questo ringrazio Lei, Presidente: conti sulla mia piena e convinta collaborazione.
Il Segretario generale di Palazzo Chigi, che siede nel Comitato guida, Antonio Catricalà, e il consigliere Zucchelli, che ci crede più di ogni altro, che ci ha trascinato e che più volte, di fronte alle difficoltà o all'inerzia di alcune amministrazioni, ci ha tutti richiamati, con una spinta forte e motivata, a riprendere il cammino, credo che siano, per il Comitato, la migliore garanzia che la collaborazione del Governo è piena e che non verrà meno. Anzi, oltre alla collaborazione, unisco l'auspicio che tutti possiamo camminare con lo stesso passo spedito e convinto con il quale il consigliere Zucchelli guida noi di Palazzo Chigi. Grazie.


On. Antonio SODA:

Grazie a Lei, un intervento a tutto campo, che credo stimolerà ulteriormente la discussione.
Noi politici siamo soliti, Sottosegretario, a pensare alla burocrazia come un corpo che tende ad auto-alimentarsi, e che quindi ha, per natura, un istinto forte di conservazione. Sono felice di apprendere che i suoi collaboratori, ma anche i nostri, su questo terreno invece hanno lo stesso nostro obiettivo.


Dott. Gianni LETTA:

Presidente, lei dice conservazione. I metodi in genere sono o sotto sale, o sotto freddo, o sotto olio, da noi tendono a conservare sotto carta, perché siamo sepolti dalla carta.
Ma stamattina il consigliere Zucchelli, al pre-consiglio, ha pronunciato una vera e propria invettiva, spiegando che il progetto in corso deve servire a togliere questa montagna di carta, perché, una volta che si è avviata la digitalizzazione, non consentirà il duplicato cartaceo.

Fine contenuto

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