Allegato A
Seduta n. 67 del 22/11/2001


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(Sezione 2 - Ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Bologna)

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
in un ordine del giorno approvato nella seduta del 22 ottobre 2001, il consiglio comunale di Bologna auspica che «... in un clima di ritrovata pacificazione nazionale, l'associazione familiari delle vittime del 2 agosto voglia prendere in considerazione l'eventualità di abolire la parola "fascista", sia dalla lapide in stazione che ricorda le vittime, sia dai manifesti stampati per ricordare l'anniversario»;
il presidente dell'associazione, Paolo Bolognesi, ha dichiarato «L'aggettivo fascista non ce lo siamo inventato noi. Viene fuori dai dati storici e giudiziari del processo. Su questo non si transige». E ha inoltre aggiunto «Non si capisce come mai l'ordine del giorno contenga due cose civili, come la sollecitazione a discutere la proposta di legge per abolire il segreto di Stato e a fare avere il risarcimento a coloro che, dopo i 21 anni, non lo hanno ancora avuto, e poi le mescoli con un simile auspicio»;


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dopo ben cinque gradi di giudizio, la Corte di Cassazione, ha stabilito che gli esecutori materiali della strage sono un gruppo di neofascisti, e che ufficiali dei servizi fortemente influenzati a quell'epoca dalla P2 di Licio Gelli, hanno operato per depistare le indagini dei magistrati;
quanto scritto sulla lapide corrisponde quindi in pieno alla verità storica e giudiziaria sulla strage del 2 agosto alla stazione ferroviaria di Bologna;
l'invito contenuto nell'ordine del giorno approvato dal consiglio comunale di Bologna, ferisce l'associazione dei familiari e offende la coscienza civica della città di Bologna, la quale ricorda la strage con grande commozione e partecipazione dei cittadini il 2 agosto di ogni anno;
l'articolo 82 della legge n. 388 del 2000 (legge finanziaria) contiene previsioni volute dal Parlamento volte a sanare i risarcimenti ancora aperti alle vittime del terrorismo e della criminalità;
l'impegno del Parlamento per un rapido esame della legge sull'abolizione del segreto di Stato sui delitti di strage e per il risarcimento, alle vittime che non ne hanno ancora fruito, è pienamente legittimo e condiviso dagli interpellanti, ma non ha nulla a che fare con l'invito a togliere l'aggettivo fascista dalla lapide, come ha giustamente osservato il presidente dell'associazione, Paolo Bolognesi;
sulla cancellazione della verità e sulla riscrittura della storia a fini di parte non si può basare alcuna pacificazione, ma al contrario si producono nuove lacerazioni e nuovi conflitti -:
se il Governo non intenda assumere un'iniziativa volta a rassicurare l'associazione dei familiari delle vittime e la città di Bologna che la lapide non verrà manomessa;
se il Governo intenda adottare le opportune iniziative, anche di carattere normativo, volte all'abrogazione del segreto di Stato sui delitti di strage;
se finalmente il Governo, ad un anno dalla sua approvazione, intenda dare attuazione al dettato dell'articolo 82 della legge 388 del 2000.
(2-00118) «Zani, De Brasi, Albonetti, Soda, Visco, Giordano, Sabattini, Bersani, Finocchiaro, Papini, Melandri, Zanotti, Cima, Carli, Folena, Bonito, Lumia, Rognoni, Montecchi, Preda, Bielli, Mancini, Zanella, Grillini, Grignaffini, Alfonso Gianni, Santagata, Siniscalchi, Sinisi, Titti De Simone, Bulgarelli».
(25 ottobre 2001)