XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 3223
Onorevoli Colleghi! - L'attuazione da parte delle
regioni delle direttive nazionali contenute nel piano di
riordino sanitario 2002-2004 comporta, in molti casi, la
chiusura, in alcuni ospedali, di quei reparti che non
raggiungono un certo numero di interventi previsti dai piani
sanitari interessati.
Questo è motivato da ragioni economiche e funzionali:
induce risparmi consistenti a livello economico, favorisce
l'integrazione e la collaborazione fra più unità ospedaliere,
è garanzia di una maggiore specializzazione del personale
medico che può inserirsi in un campo di azione più vasto e
maturare maggiore professionalità e specializzazioni più
approfondite.
D'altro canto però la chiusura dei reparti di ostetricia
che, in alcuni ospedali, non raggiungevano un certo numero di
parti all'anno, ha causato uno spiacevole inconveniente: molte
donne hanno partorito in comuni diversi da quello di residenza
e, quindi, hanno dovuto iscrivere i propri figli all'anagrafe
indicando come luogo di nascita non il comune dove vivono ma
il comune in cui è ubicato l'ospedale che le ha ospitate
durante il parto.
Credo che sia importante modificare la normativa vigente
in modo da poter consentire ai genitori del neonato di poterlo
iscrivere all'anagrafe indicando come luogo di nascita il suo
primo comune di residenza che generalmente è anche il comune
di residenza di entrambi i genitori.
Penso si debba stabilire il diritto, per chi lo desidera,
di iscrivere i propri figli all'anagrafe del comune di
residenza, comune che, il più delle volte, è quello dove i
genitori sono nati e comunque quello in cui vivono, dove il
più delle volte insistono le radici familiari perché lì sono
nati e vissuti anche i genitori dei genitori.
Il nome del proprio comune di residenza sull'atto di
nascita non rappresenta un mero segno grafico ma, in quanto
identificativo della persona, indica l'appartenenza ad una
comunità e ad un certo tipo di cultura.
E, per quanto attualmente ci troviamo nella grande Unione
europea che ci permette di avere un confronto costruttivo e
proficuo con altre culture di cui apprezziamo molte
caratteristiche, credo sia importante, comunque, dare peso
anche alle nostre più profonde radici.