XIV LEGISLATURA

PROGETTO DI LEGGE - N. 1805




        Onorevoli Colleghi! - La discussione sul numero di deputati e di senatori é una tematica molto sentita fra i cittadini: non altrettanto, alla prova dei fatti, dal Parlamento della Repubblica. E dire che motivi storici e politici, anche di notevole portata, davvero non mancherebbero perché finalmente ci si decida a modificare l'attuale quadro istituzionale, ridisegnandolo secondo linee di efficienza e di modernità.
        Intanto, fra le intenzioni che avevano mosso i Padri costituenti nel precisare il numero degli eletti al Parlamento, vi era la sostanziale assenza di ulteriori organismi legislativi: situazione che le vicende degli ultimi anni hanno completamente ribaltato, da un lato con l'istituzione delle regioni, dall'altro con il sempre maggiore intervento normativo anche dell'Unione europea. In questo contesto molto cambiato, sempre più improntato ad ideali e impostazioni federalisti, lo stesso ruolo del Parlamento non può non essere altro rispetto ai primi anni di vita della Repubblica: tanto che molte sono ormai le materie e le decisioni che competono legislativamente alle sole Assemblee regionali, e molto più numerose saranno negli anni a venire.
        Inoltre, oltre alle citate argomentazioni sotto il profilo storico-costituzionale, altri motivi sussistono, di ordine politico generale, tali da indurre il legislatore a intervenire sulla Costituzione per ridurre il numero dei deputati da 630 a 300 e quello dei senatori da 315 a 100: il referendum del 1993, avendo introdotto una connotazione maggioritaria nelle competizioni elettorali ha già indotto nel 1994, e ancora di più nel 1996, i partiti politici a riunirsi in grandi coalizioni ed intorno ai rispettivi candidati premier, così da configurare se non l'elezione diretta del premier, attualmente non prevista dalla legge, almeno una "designazione" molto marcata. Conseguenza di ciò è stato un consistente rafforzamento dell'esecutivo che, effettivamente, ha talvolta profilato il rischio di uno squilibrio costituzionale, soprattutto in considerazione del sempre più frequente ricorso alle leggi-delega e allo strumento del decreto legislativo. Occorre, dunque, rafforzare il Parlamento, e l'unico mezzo per addivenire a questo obbiettivo, oltre che ad altri (come le condivisibili ragioni di razionalizzazione della spesa), resta quello di diminuire il numero di deputati e di senatori, così da renderli ad un tempo più liberi da condizionamenti e più incisivi nella loro attività parlamentare. Inoltre un ultimo elemento, ma non di minore importanza, è da rilevare nella riduzione della spesa pubblica che la riforma comporterà.




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