XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 1316
Onorevoli Colleghi! - Al progresso civile e culturale
che ha visto nel secolo scorso una difficile ma continua
emancipazione della donna portando, per esempio, le
percentuali di scolarizzazione, del conseguimento di diplomi e
di lauree a livelli superiori di quelli maschili sia nel dato
numerico assoluto, sia nelle votazioni raggiunte, non è
corrisposta un'adeguata presenza nei luoghi decisionali.
Nelle istituzioni elettive, culturali, nelle
amministrazioni dello Stato, nel management pubblico e
privato, la scarsa presenza femminile è un denominatore
comune.
I risultati elettorali di questi ultimi anni dimostrano,
in modo concreto e drammatico, come una reale rappresentanza
delle donne in campo politico sia un obiettivo fallito.
Tra le elezioni del 1994 e quelle del 1996 la presenza
femminile è passata dal 14 all'11 per cento, percentuale
rimasta quasi stabile nelle ultime consultazioni.
Questa situazione pare essere la diretta conseguenza della
sentenza n. 422 del 1995 con la quale la Corte costituzionale
dichiarò illegittime le leggi elettorali del 1993 che
stabilivano i criteri per una maggiore rappresentanza
femminile negli organi elettivi.
In realtà le cause della scarsa presenza femminile in
campo politico sono molteplici.
In primo luogo le candidature femminili sono penalizzate
nei sistemi elettorali a carattere maggioritario uninominale o
a carattere misto, quale quello attuale della Camera dei
deputati, in quanto, generalmente, le donne sono prive dei
supporti finanziari ed informativi di cui godono gli uomini.
In secondo luogo, durante le campagne elettorali sono quasi
sempre "dimenticate" dai mass media. Ciò è ampiamente
dimostrato dai dati rilevati durante le ultime elezioni
europee: su oltre cento presenze maschili nelle tribune
elettorali e politiche, le presenze femminili sono state solo
nove.
Diventa, quindi, un'assoluta priorità, come anche più
volte sottolineato da governi ed istituzioni dell'Unione
europea, la questione del riequilibrio della rappresentanza
femminile in campo politico. A questo principio sono giunte
anche esperienze maturate in altri Paesi europei, come
Danimarca, Paesi Bassi e Finlandia, che hanno attuato
attraverso l'adozione di provvedimenti legislativi un
equilibrio tra uomini e donne nel processo decisionale
politico.
Con la presente proposta di legge costituzionale si vuole
affermare il principio delle pari opportunità in campo di
rappresentanza politica a livello di Costituzione, riservando
al legislatore ordinario il compito di regolamentare il
riequilibrio delle diseguaglianze tra i sessi. Per questo
motivo si intende sostituire il primo comma dell'articolo 51
della Costituzione, conferendo rango costituzionale alle
azioni positive nel campo della rappresentanza elettiva.