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PDL 6127

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 6127



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

RODEGHIERO, ARRIGHI, BELLOTTI, GIOVANNI BIANCHI, BIONDI, LUCCHESE, PANIZ, ROMOLI, RUZZANTE, SARO, SELVA, ZANETTA

Contributo straordinario per l'organizzazione della 79a adunata nazionale degli alpini ad Asiago e delle ricorrenze del 90o anniversario della Strafexpedition, della Battaglia dell'Ortigara e della conclusione delle Grande Guerra

Presentata il 10 ottobre 2005


      

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Onorevoli Colleghi! - Il 1o luglio 2005 si è conclusa definitivamente la leva obbligatoria nel nostro Paese. Sono passati 144 anni dalla prima chiamata alle armi che risale al 1861. Gli auspici che gli alpini hanno espresso lo scorso anno in occasione della 78a adunata nazionale a Parma sembrano oggi avverarsi: è forte in loro, infatti, la convinzione che la sfilata annuale sia una tradizione senza tramonto che l'abolizione della leva obbligatoria non potrà cancellare, al punto da coniare lo slogan «Un alpino ci sarà sempre».
      Con questa ferma certezza il Consiglio direttivo nazionale, in sede di valutazione della sede dell'adunata nazionale del 2006, ha individuato come località Asiago che, se da un punto di vista logistico presenta serie difficoltà, certamente costituisce una scelta con cui il Consiglio ha voluto dare alla manifestazione un chiaro significato associativo: tornare sul luogo «dove siamo nati, per dire a noi stessi e a tutti quelli che ci seguono con interesse e attenzione che, amarezza a parte, nulla è cambiato nel nostro modo di operare, nonostante la sospensione della leva. Si è concluso un capitolo, ne cominceremo un'altro. Ripartendo dal nostro luogo-simbolo». Queste sono le affermazioni degli stessi alpini.
      L'Associazione nazionale alpini (ANA), sorta a Milano nel 1919 ad opera di un gruppo di alpini reduci della Prima Guerra mondiale, è la più grande Associazione d'Arma del mondo che raccoglie nelle sue file tutti gli appartenenti alle truppe alpine:
 

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alpini, artiglieri da montagna, genieri e trasmettitori alpini, alpini paracadutisti ed appartenenti ai servizi delle Unità alpine.
      L'Associazione nazionale alpini presenta un organico di circa 380.000 soci, con 80 sezioni in Italia, 35 sezioni nelle varie Nazioni del mondo, dal Canada all'Australia. Le sezioni si articolano in 4.271 gruppi. Ai soci ordinari si aggiungono 57.618 soci aggregati.
      Fedele a sentimenti quali l'amore per il proprio territorio, la solidarietà, l'amicizia, il senso del dovere, l'Associazione ha saputo esprimere queste doti intervenendo in drammatiche circostanze, nazionali e internazionali - dal Vajont (1963), al Friuli (1976-1977), dall'Irpinia (1980-1981), alla Valtellina (1987), all'Armenia (1989), all'Albania a favore dei kosovari (1999), alla Valle d'Aosta (2000), al Molise (2002), con i volontari della Protezione civile che risultano essere oltre 13 mila. Tra le numerose opere a favore del prossimo, l'Associazione ha costruito in due anni di lavoro volontario dei propri soci (1992/1993), un asilo a Rossosch, al posto di vecchi fabbricati che furono già sede del comando del Corpo d'Armata alpino nel 1942 durante la campagna di Russia. Per i due anni di lavoro i volontari sono stati 721 suddivisi in 21 turni. Le ore di lavoro sono state 99.643. Nel settembre 2003 se ne è celebrato il decennale, inaugurando in loco un parco.
      Analoga operazione su richiesta del vescovo ausiliare di Sarajevo, Monsignor Sudar, è stata condotta a termine nel 2002, per ampliare un istituto scolastico a Zenica (Bosnia) che ospita studenti delle tre etnie: bosniaca, serba e musulmana. Il 19 marzo 1994 l'Associazione ha inaugurato un nuovo ospedale da campo avioelitrasportabile, gioiello unico in Europa e forse nel mondo, già impiegato più volte in occasione di pubbliche calamità. Il personale medico e paramedico è quello delle strutture sanitarie più avanzate.
      Allo scopo di celebrare degnamente gli 80 anni dell'Associazione, dal 28 marzo al 9 ottobre 1999 si è svolta una lunga staffetta che ha portato il simbolo dell'ANA da Santa Teresa Gallura (Sassari) a Trieste, attraverso 189 tappe, staffetta composta da 180 squadre di 5 alpini in congedo ciascuna, in rappresentanza delle 80 sezioni metropolitane e di 4 sezioni dislocate in Europa.
      Alla prima adunata nazionale, che ebbe luogo sull'Ortigara il 5, 6 e 7 settembre 1920, 800 soci, provenienti da 12 sezioni, assistirono alla Messa officiata da Padre Bevilacqua.
      Le adunate nazionali si sono susseguite di anno in anno, con sempre crescente affluenza di alpini e consenso di popolo, e anche le sezioni hanno continuato a crescere ed a moltiplicarsi.
      La struttura dell'Associazione si è fatta sempre più completa e articolata e anche le iniziative sociali si sono moltiplicate.
      I reparti alpini furono tra i protagonisti della Grande Guerra, del resto combattuta anche sulle montagne per quasi tutta la sua durata. Questo prestigioso Corpo ha assunto negli anni una fama, proporzionata ai grandi sacrifici sopportati in trincea e al valore profuso in durissimi scontri.
      La Prima Guerra mondiale è sicuramente l'evento che, più di ogni altro, ha profondamente segnato il territorio dell'Altopiano di Asiago, ma anche la storia e le vicende delle sue popolazioni. Dall'inizio delle ostilità nel maggio del 1915 alla loro cessazione nel novembre 1918, l'Altopiano dei Sette Comuni fu ininterrottamente coinvolto nel conflitto divenendo teatro di alcune delle più sanguinose battaglie combattute sul fronte italiano durante il primo conflitto mondiale: dalla cosiddetta Strafexpedition del maggio - giugno 1916 alla, Operazione K del giugno 1917, meglio nota come Battaglia dell'Ortigara; dalla Battaglia del Natale 1917 a quella del giugno 1918 - la Battaglia del solstizio - che rappresentò anche sull'Altopiano l'ultimo grande tentativo dell'Impero Asburgico di sfondare definitivamente le difese italiane. Una tipica battaglia di logoramento del periodo fu, in particolare, quella dell'Ortigara, un monte che, con il vicino Campigoletti,
 

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formava un fronte compatto, investito con molte truppe e concentrando circa 1500 pezzi. Si cercava di riprendere il terreno perso durante la famosa offensiva austriaca del maggio 1916, usando la zona del monte come trampolino di lancio. Tra le grandi unità italiane impiegate nel settore, c'era pure la 52a divisione, detta «alpina» perché composta per la quasi totalità da battaglioni alpini. L'attacco si doveva tenere su due colonne: in quella di destra, con il IV raggruppamento alpini, era presente il 9o gruppo con i battaglioni Sette Comuni, Verona, Bassano, Monte Baldo e con tre compagnie mitraglieri.
      Il battaglione Verona del 6o reggimento, di stanza nella città scaligera - alla caserma Pallone - dal 1887, seguì il battaglione Sette Comuni nell'ascesa della montagna dalla parte frontale, più rigida, nel primo attacco del 10 giugno 1917, andando a cozzare contro un sistema difensivo ben organizzato dal XX battaglione Feldjager della 6a divisione austriaca. La 56a compagnia subì gravissime perdite, non riuscendo ad aprire che pochi varchi nei reticolati, con altri attacchi che ottennero solo successi locali e la sostituzione del provato reparto austriaco con un battaglione del 59o reggimento fanteria, che contrattaccò validamente. La prima giornata della battaglia terminava con i reparti italiani più o meno nelle stesse posizioni dell'attacco dell'anno precedente.
      Il campo di battaglia, ancora oggi intatto nei suoi elementi fondamentali, ci parla della tragica realtà di quell'immane conflitto, essendo conosciuto come «il calvario degli alpini».
      Pur ad ormai novant'anni di distanza da quei tragici avvenimenti, i segni ed i resti materiali dei manufatti realizzati durante il conflitto dagli eserciti belligeranti manifestano ancora oggi una straordinaria forza evocativa e di connotazione del territorio. Sono i resti delle fortezze, delle trincee e delle postazioni in caverna, ma anche dei baraccamenti, delle strade e degli acquedotti e, ancora, dei monumenti e dei luoghi del lutto collettivo. L'Altopiano dei Sette Comuni, infatti, rappresenta sicuramente uno dei più interessanti esempi di simbiosi tra natura e storia. Anzi, proprio quel tragico evento ne ha fortemente e indissolubilmente connotato l'ambiente, incorporandolo definitivamente nella storia.
      Proprio la consapevolezza della straordinaria consistenza dei resti materiali lasciati dalla Grande Guerra sugli Altipiani vicentini e la necessità di avviare un complessivo intervento di recupero integrato e di valorizzazione e gestione di tali siti ha indotto le quattro comunità dell'alto vicentino (Sette Comuni, Leogra-Timonchio, Alto Astico-Posina e Agno-Chiampo) e la provincia di Vicenza, con la preziosa attività di indirizzo della soprintendenza ai beni ambientali di Verona, a predisporre il «Progetto per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico della Prima Guerra mondiale sugli altipiani vicentini», utilizzando a questo scopo le risorse allocate dalla legge n. 78 del 2001 recante «Tutela del patrimonio storico della Prima Guerra mondiale».
      La 79a adunata nazionale degli alpini, che si svolgerà ad Asiago nel maggio 2006, vedrà quindi il ritorno di tutte le penne nere proprio sui luoghi delle battaglie che hanno contribuito in modo determinante alla nascita del «mito degli alpini» e, in particolare, sul Monte Ortigara dove, 85 anni fa, i reduci si ritrovarono per la prima volta, in devoto pellegrinaggio, a ricordare gli alpini caduti sui campi di battaglia dell'Altopiano.
      In questo contesto, che coincide con il 90o anniversario della Strafexpedition, nonché nel 2007 della Battaglia dell'Ortigara e poi nel 2008 della conclusione della Grande Guerra, la sezione ANA «Monte Ortigara» e l'amministrazione comunale di Asiago, in collaborazione con la comunità montana «Spettabile Reggenza dei Sette Comuni», intendono promuovere un articolato programma di iniziative culturali (mostre, convegni e incontri di studio, pubblicazioni, rassegne cinematografiche, eccetera) che consentano di ripercorrere e di approfondire, con il contributo dei più valenti storici e studiosi italiani e stranieri,
 

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le vicende non solo militari, ma anche politiche e sociali di quegli anni: ciò con l'obiettivo di richiamare l'attenzione, soprattutto delle giovani generazioni, verso uno dei periodi più drammatici ma sicuramente significativi della nostra storia e di fare, nel contempo, di Asiago e dell'Altopiano dei Sette Comuni il punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per quanti, studiosi o semplici appassionati, si interessano alla storia della Prima Guerra mondiale, e con l'occasione ripensare a come costruire la pace nel mondo odierno.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Per l'organizzazione della 79a «adunata nazionale degli alpini il 13 e il 14 maggio 2006 ad Asiago e della ricorrenza del 90o anniversario della Strafexpedition, nonché delle successive ricorrenze della Battaglia dell'Ortigara e della conclusione della Grande Guerra, è concesso alla sezione dell'Associazione nazionale alpini Monte Ortigara di Asiago un contributo straordinario pari a 250.000 euro per l'anno 2006.
      2. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a 250.000 euro per l'anno 2006, si provvede mediante corrispondente riduzione della proiezione per il medesimo anno dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2005-2007, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2005, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
      3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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