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PDL 5847

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 5847



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato COLASIO

Norme per il recupero, la tutela e il restauro del ciclo pittorico
di Andrea Mantegna nella chiesa degli Eremitani di Padova

Presentata il 17 maggio 2005

      

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Onorevoli Colleghi! - Durante il secondo conflitto mondiale, l'11 marzo 1944, un bombardamento alleato colpì la chiesa degli Eremitani di Padova, danneggiando irrimediabilmente la cappella Ovetari e la preziosa decorazione pittorica che ne rivestiva completamente i soffitti e le pareti.
      Si sgretolava in un'infinità di piccoli frammenti uno dei più alti capolavori dell'arte italiana e in particolare uno fra i più entusiasmanti documenti della civiltà umanistica e prospettica del Quattrocento.
      Gli autori delle pitture e i tempi impiegati per condurre a termine l'impegnativo lavoro (1448-1454) ci sono tramandati dalle carte dell'archivio e sono, al fianco e con la direzione di Andrea Mantegna, altri importanti artisti dell'epoca, chi veneziano come Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna, chi padovano come Nicolò Pizolo o il Mantegna, chi fiorentino come Giovanni da Pisa, un ferrarese, Bono, e un romagnolo, Ansuino da Forlì. Con il crollo della cappella Ovetari sembrava anche essersi persa l'opera più antica del giovane Andrea Mantegna - era nato intorno al 1430 ad Isola di Carturo vicino Padova - la più importante e la più famosa fra quelle lasciate a Padova prima di diventare il celebrato pittore di Ludovico Gonzaga alla corte di Mantova, dove morì nel 1506.
      A poche ore dal rovinoso crollo della cappella iniziarono le operazioni di recupero dei frammenti degli affreschi, cui parteciparono, oltre ai tecnici del Ministero della pubblica istruzione coordinati dal soprintendente G. Forlati, un gruppo di volontari riuniti intorno a Paolo De Poli, noto artista padovano.
      A guerra terminata, i frammenti che si poterono estrarre dalle macerie dell'edificio, ricoverati in casse appositamente costruite, furono trasferiti a Roma presso l'Istituto centrale del restauro (ICR). Qui,
 

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in un primo tempo sotto la direzione di Cesare Brandi, si intrapresero numerosi tentativi di ricomposizione manuale delle pitture rimaste, che portarono alla ricostruzione parziale, effettuata con differenti metodologie studiate, messe a punto e sperimentate proprio in quell'occasione, di tre scene tuttora esposte in cappella. Fondamentale per questa attività di ricostruzione fu l'esistenza di un'ampia e dettagliata documentazione fotografica fortunatamente eseguita prima degli eventi bellici dai più grandi fotografi d'arte di quel tempo, fra i quali si ricordano Anderson di Roma e gli Alinari di Firenze.
      «L'importanza del ciclo padovano era tale» - scriveva Cesare Brandi nel 1947 - «che non può essere esagerata, e anche la riconquista di un solo decimetro quadrato ha un'efficacia che nessuna modestia può nascondere».
      Il recupero anche parziale del ciclo pittorico, così come delineato dal Brandi, restituirebbe alla città di Padova un elemento costitutivo della sua storia e della sua stessa identità culturale.
      Soltanto tra il 1975 e il 1992 i frammenti non utilizzati nelle ricomposizioni dell'ICR furono restituiti alla città di Padova, che tuttora li conserva presso la chiesa degli Eremitani. Considerato che i frammenti erano numerosissimi (sono stati stimati 80.735 quelli di dimensioni superiori a 1 centimetro quadrato), le loro dimensioni alquanto ridotte e dunque di scarso contenuto informativo, e la superficie di provenienza assai estesa (all'incirca 800-1.000 metri quadrati), non si ritenne opportuno promuovere ulteriori tentativi di ricomposizione da attuare con mezzi tradizionali. Tuttavia, stimolati dai rapidi progressi ottenuti nel campo del trattamento di immagini per mezzo di elaboratori elettronici, si pensò di poter impostare il problema secondo criteri nuovi, utilizzando metodologie matematiche e tecnologie informatiche offerte dalla ricerca scientifica più avanzata. Un approccio di questo genere richiedeva la preventiva documentazione fotografica dei frammenti e il suo trasferimento su una base informatica; analogamente si trasferirono su una base informatica le fotografie del ciclo pittorico precedenti al crollo. In particolare, per ricollocare i frammenti sulle immagini della decorazione originaria fornite dalle foto storiche, a partire dal 1994 è stato ideato e realizzato presso l'università di Padova dal professor Domenico Toniolo e dal dottor Massimo Fornasier, un metodo matematico originale che si avvale dell'uso di particolari oggetti matematici noti come armoniche circolari. Questo metodo è in grado di individuare la posizione di un dato frammento su una porzione significativa di affresco, in un tempo relativamente breve. Nella pratica, si «estrae» l'immagine di un frammento dal catalogo digitale, la procedura lo «elabora» individuando un numero di posizioni possibili (al massimo 100) all'interno di una scena data del ciclo pittorico. Interviene a questo punto l'occhio umano («analisi visuale») per stabilire tra le posizioni «proposte» dal computer quella più probabile. In tale caso il frammento viene virtualmente ricollocato al proprio posto.
      Al fine di realizzare la mappatura del maggiore numero possibile di frammenti conservati è stato avviato il «progetto Mantegna» presso un laboratorio informatico appositamente allestito. Tale iniziativa è stata promossa dall'università degli studi di Padova, dalla soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico del Veneto, dalla curia vescovile di Padova e finanziata dalla fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo. L'attività del laboratorio è stata concretamente avviata nell'ottobre del 2001 e attualmente è stata portata a termine la ricostruzione virtuale delle scene che un tempo rivestivano le due grandi pareti laterali del vano di ingresso della cappella e di parte della decorazione absidale. Al lavoro del laboratorio per l'anastilosi informatica dei frammenti degli affreschi della cappella Ovetari hanno contribuito studenti e laureati dell'università degli studi di Padova coordinati dai responsabili del progetto (per la soprintendenza: dottoressa Anna Maria Spiazzi; per il versante storico-artistico: dottoressa Alberta De Nicolò Salmazo e per il versante
 

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tecnico-scientifico: dottor Massimo Fornasier e professor Domenico Toniolo).
      Nel giugno 2003 sono stati presentati ufficialmente a Roma, e in seguito alla cittadinanza padovana, gli intenti e i risultati fino ad allora conseguiti dal progetto ed è stata inaugurata una piccola esposizione tuttora allestita nella chiesa degli Eremitani.
      Al termine della ricostruzione informatica sarà possibile prendere in considerazione una ricostruzione effettiva di quanto resta della decorazione pittorica della cappella.
      La presente proposta di legge mira a finanziare la continuità dell'opera di recupero, tutela e restauro del prestigioso ciclo pittorico, per riconsegnarlo, seppure in maniera frammentaria, alla città di Padova, anche in vista delle celebrazioni mantegnesche previste per il 2006. L'articolo 1 della proposta di legge sottolinea il valore storico-culturale del ciclo pittorico del Mantegna a Padova, l'articolo 2 definisce l'importo del finanziamento previsto per il comune di Padova, l'articolo 3 definisce la copertura finanziaria della legge.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Il ciclo di affreschi realizzati da Andrea Mantegna per la cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani di Padova, andati distrutti nel bombardamento alleato del 1944, è riconosciuto quale opera di assoluto valore storico-culturale e artistico, in particolare per il comune di Padova, nonché quale uno dei maggiori documenti della civiltà umanistica italiana e prospettica del Quattrocento.

Art. 2.

      1. Per il recupero, la tutela e il restauro del patrimonio di cui all'articolo 1 è prevista la concessione di un contributo statale al comune di Padova di 3 milioni di euro per il triennio 2005-2007.

Art. 3.

      1. È autorizzata la spesa di 1 milione di euro annui per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, quale contributo dello Stato per l'attuazione degli interventi di cui all'articolo 2 effettuati dal comune di Padova. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2005-2007, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2005, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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