PDL 6062
XIV LEGISLATURA
CAMERA DEI DEPUTATI
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N. 6062
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PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa del deputato JANNONE
Disposizioni per la definizione dell'assetto proprietario
della Banca d'Italia
Presentata il 9 settembre 2005
Onorevoli Colleghi! - I recenti accadimenti che hanno veduto coinvolti alcuni tra i principali istituti di credito italiani, ed i rapporti degli stessi con la Banca d'Italia, obbligano a una urgente riflessione in merito all'attuale assetto proprietario dell'istituto di vigilanza. Appare infatti del tutto impropria la commistione di ruoli tra controllore e controllati. Secondo uno studio del 2004, condotto da «
Ricerche e studi di Mediobanca», la composizione azionaria della Banca d'Italia è ripartita tra diversi istituti di credito, di cui quattro (Gruppo Intesa, San Paolo, Capitalia, Unicredito) possiedono oltre il 66 per cento del capitale sociale. I controllati risultano quindi essere anche i proprietari dell'organo di controllo.
Più dettagliatamente, gli azionisti della Banca d'Italia, secondo il citato studio, che rappresenta l'unica fonte ufficiosa disponibile, non essendo oggetto di pubblicazione obbligatoria la composizione azionaria, sono così suddivisi:
1. Gruppo Intesa: 27,20 per cento
2. San Paolo: 17,23 per cento
3. Capitalia: 11,15 per cento
4. Unicredito: 10,97 per cento
5. Generali: 6,33 per cento
6. INPS: 5 per cento
7. Carige: 3,96 per cento
8. BNL: 2,83 per cento
9. Monte dei Paschi di Siena: 2,5 per cento
10. Premafin: 2 per cento
11. La Fondiaria: 2 per cento
12. Cassa di risparmio di Firenze: 1,85 per cento
13. Ras: 1,33 per cento
La tutela del pubblico risparmio, la necessità di distinguere chiaramente il ruolo di controllore e di controllato e le
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recenti turbative nel mercato finanziario impongono quindi una nuova normativa che riporti la Banca d'Italia nella pienezza dei suoi poteri e della sua autorevolezza, riconducendola appieno nella sfera pubblica, sottraendola in questo modo ai potenziali conflitti di interessi di gruppi privati che potrebbero influenzare a proprio vantaggio le iniziative di ispezione e di controllo riservate all'istituto di vigilanza. Gli scandali che hanno caratterizzato gli ultimi esercizi, da Parmalat a Cirio, dai
bond argentini a Bipop, da Antonveneta a Unipol, rendono inderogabile una revisione dell'assetto azionario in modo da portare la Banca d'Italia ad essere controllata da soggetti pubblici così da poter distinguere, senza alcuna confusione, i ruoli degli istituti di credito e dell'ente di vigilanza.
Va inoltre garantita una assoluta trasparenza dell'assetto proprietario, ad oggi incomprensibilmente non oggetto di pubblicazione ufficiale obbligatoria. Gli investitori, i mercati, i risparmiatori non sono adeguatamente tutelati da una commistione di ruoli che contrasta con la necessità di una trasparenza di rapporti tra controllore e controllati. La presente proposta di legge si propone quindi di riportare nell'alveo pubblico l'assetto proprietario dell'istituto di vigilanza, così da renderlo a tutti gli effetti una pubblica istituzione, rigorosa nel rispetto dei princìpi di trasparenza e all'altezza del delicato compito cui è chiamata.
A tale fine, la presente proposta di legge attribuisce le quote nominative del capitale sociale della Banca d'Italia al Ministero dell'economia e delle finanze, alle regioni e alla Cassa depositi e prestiti Spa, secondo i criteri stabiliti con apposito regolamento, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
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PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. Le quote nominative del capitale sociale della Banca d'Italia sono attribuite alla Cassa depositi e prestiti Spa, al Ministero dell'economia e delle finanze e alle regioni, secondo i criteri stabiliti con apposito regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.