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PDL 5970

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 5970



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

SINISCALCHI, D'ANTONI

Piano pluriennale di sicurezza per contrastare e prevenire
la criminalità nella città di Napoli

Presentata il 5 luglio 2005


      

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Onorevoli Colleghi! - L'allarmante emergenza che, a causa del proliferare di azioni criminali, la città di Napoli sta attraversando negli ultimi anni, merita di essere fronteggiata con adeguate forme di contrasto calibrate sulle complesse realtà che caratterizzano il territorio. Si impone un contrasto deciso e mirato nei confronti della criminalità e del degrado di cui si alimenta, attraverso una iniziativa che punti con decisione alla prevenzione nell'ambito di un piano pluriennale. La recrudescenza criminale a Napoli ha assunto negli ultimi tempi gli allarmanti tratti di una vera e propria emergenza nazionale.
      La criminalità organizzata continua ad agire con i suoi inaccettabili metodi di violenza e prevaricazione. Numerose forme di delinquenza si sviluppano quotidianamente scegliendo, frequentemente, come comodi bersagli, i cittadini più indifesi. Spesso alcune degenerazioni violente e delinquenziali vengono favorite dall'assetto urbanistico che in alcuni casi finisce per facilitare molte azioni criminose rendendo problematico l'intervento dei tutori dell'ordine pubblico e della sicurezza. Tali «fronti caldi» rappresentano oggettive e pesantissime zavorre per un sano sviluppo e una piena modernizzazione del territorio che si attivi su un terreno privo di consistenti tensioni sociali.
      La criminalità organizzata continua a costituire, sul territorio, una insidiosa minaccia ai valori più autentici della democrazia segnando drammaticamente il completo autosviluppo del Mezzogiorno e di Napoli in particolare.
      Se la sicurezza può e deve definirsi un «diritto di tutti i cittadini», spetta alle istituzioni democratiche preposte a garantire il rispetto delle regole di convivenza pacifica e civile nelle comunità offrire le necessarie risposte. Il legislatore, pertanto, può e deve elaborare opportuni e adeguati strumenti normativi idonei a garantire tale «diritto alla sicurezza». Un diritto di tutti
 

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che va affermato e garantito attraverso un condiviso ed esteso sforzo concreto da parte delle istituzioni centrali e locali (negli ultimi anni, peraltro, sempre alla ricerca di uno stabile equilibrio e di un efficace bilanciamento di attribuzioni e di competenze sul tema della sicurezza e dell'ordine pubblico).
      I provvedimenti che recentemente sono stati adottati, a più livelli, per contrastare il fenomeno delle recrudescenze criminali - pure caratterizzati dalle migliori intenzioni - si sono rivelati spesso inidonei a determinare l'apertura di una pagina nuova per una cultura della legalità e per una valorizzazione delle regole civiche. Per fare decollare una realtà sociale e territoriale dotata di un inestimabile quanto inespresso patrimonio, è necessario uno sforzo più mirato e organico, calibrato sulle esigenze e sui bisogni primari.
      Intenso e incessante si è rivelato, in questi ultimi tempi, l'impegno delle Forze dell'ordine per contrastare le tensioni e le violenze che quotidianamente deturpano il volto della città di Napoli, sfregiando indelebilmente i tanti cittadini onesti e volenterosi.
      L'impegno costante degli uomini delle Forze dell'ordine, a più livelli, merita di essere ricordato con senso di gratitudine e rispetto da parte della intera comunità.
      Tuttavia, ciò non si è rivelato purtroppo sufficiente a determinare quel «cambio di passo», quella «svolta» che da più parti si invocava. Conseguentemente, molti cittadini hanno maturato un profondo disagio e un amaro senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni, non sempre in grado di contrastare efficacemente il reiterarsi di fenomeni di violenza e di aggressione.
      Il moltiplicarsi di omicidi a opera dei gruppi «camorristici» e il reiterarsi di aggressioni e di violenze perpetrati ai danni di numerosi cittadini hanno scosso l'intera comunità determinando un profondo senso di angoscia, di impotenza, di paura in migliaia di uomini e di donne che popolano la città. Anche i mezzi di informazione, negli ultimi tempi, si sono spesso occupati diffusamente dei recenti e sconvolgenti episodi di criminalità che hanno scosso l'intera comunità traducendosi in efferati delitti perpetrati anche nei confronti di inermi cittadini vittime di una inaudita spirale di violenza. Tale drammatica situazione ha determinato nella comunità uno stato di profondo disorientamento anche in ragione della non completa efficacia dei provvedimenti adottati in materia di sicurezza e di ordine pubblico.
      Spesso tali iniziative si sono infatti rivelate di tipo emergenziale, non riuscendo a incidere in modo sistemico e organico e finendo, sovente, per tradursi in interventi di facciata privi di efficacia duratura. Oggi si avverte irrefrenabile il bisogno di una svolta in grado di dare nuova linfa vitale al contrasto deciso contro la criminalità e le illegalità più diffuse e insidiose. Per realizzare un «cambio di marcia» serve uno sforzo nuovo e più intenso che coinvolga più di ieri le istituzioni centrali responsabilizzando il Parlamento e l'esecutivo di Governo.
      Senza investimenti adeguati proiettati in un piano pluriennale si fa poca strada, si può, al più, fornire una risposta emergenziale i cui risultati non possono che rivelarsi effimeri ed estemporanei.
      Una intensa prevenzione e una efficace repressione nei confronti del crimine e della illegalità diffusa devono camminare di pari passo, senza pretese di esaustività delle complesse problematiche da inseguire attraverso «provvedimenti tampone». È innegabile che non sia realizzabile un impiego di uomini delle Forze dell'ordine in ogni angolo della città, per un duplice motivo, sia afferente i costi effettivi, sia relativo a una prognosi di efficacia concreta dell'intervento stesso.
      Non si risolve strutturalmente il problema «militarizzando» la città, puntando sul mero aumento quantitativo di uomini preposti al controllo e alla repressione del crimine. È necessario, invece, razionalizzare e ottimizzare l'impiego delle risorse umane, evitando di fare coesistere «duplicazioni» e «carenze». È necessario lavorare con obiettivi chiari, precisi e soprattutto con mezzi adeguati. Se le risorse - e conseguentemente i mezzi utilizzati - non si rivelano sufficienti, anche un lavoro
 

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alacremente condotto sul territorio dalle Forze dell'ordine rischia di non produrre apprezzabili miglioramenti.
      La soluzione delle problematiche afferenti il contrasto deciso e capillare della criminalità e di ogni insidiosa forma di delinquenza determina inevitabili ricadute sulla completa valorizzazione del patrimonio artistico e sullo sfruttamento delle risorse.
      Intimamente connesso al «piano sicurezza», che con la presente iniziativa si propone, si rileva il programma di recupero delle aree degradate di proprietà pubblica e di miglioramento delle condizioni urbanistiche volte a favorire il controllo e la prevenzione anticrimine. Valorizzare le strutture e gli immobili pubblici, ammodernare l'arredo urbano e incoraggiare un più proficuo sfruttamento per le attività produttive degli spazi e delle strutture degradati sono finalità che completano l'intervento proposto, conferendo armonia e organicità. Una città più sicura nella quotidianità stimola innegabilmente la voglia di investire e di puntare sul rilancio delle attività produttive di tipo industriale e artigianale. Se non si è costretti a fare i conti quotidianamente con fenomeni di criminalità, si ha più voglia di spostare sulla città il baricentro delle iniziative imprenditoriali, con i conseguenti effetti benefici sullo sviluppo di occupazione e di benessere. Al contrario, forme di degrado, di abbandono, di sfiducia e di inerzia a più livelli finiscono per incentivare e alimentare il proliferare della violenza e delle azioni criminose. Devono leggersi sotto questa lente di osservazione le previsioni proposte attraverso la presente iniziativa dirette a stimolare studi, progettazioni e opere volte all'inversione del processo di degrado delle aree urbane opportunamente individuate da un Comitato centrale istituito per coordinare gli interventi. Si propone inoltre di incentivare il restauro di edifici pubblici nonché di quelli di carattere storico e artistico destinati ad uso pubblico prevedendo, opportunamente, postazioni di controllo e presìdi per le Forze dell'ordine in grado di sorvegliare agevolmente le strutture.
      Nell'ambito del complessivo programma di interventi, si è inteso privilegiare la messa in opera di una razionale gestione del patrimonio informatico degli uffici e dei presìdi volti a salvaguardare la sicurezza sul territorio, operando investimenti specifici e mirati.
      Si è prestata particolare attenzione a un piano di ammodernamento delle risorse strutturali e dei mezzi a disposizione da integrare con i nuovi (calibrati sulla avanzata tecnologia) per puntare sul rafforzamento qualitativo del servizio e rendere meno problematica l'attività di controllo, di monitoraggio e di prevenzione agli operatori.
      L'ammodernamento dei sistemi e degli strumenti di monitoraggio e di videosorveglianza si è concretizzato mediante una specifica previsione di investimenti idonei a consentire le inevitabili sostituzioni delle strumentazioni obsolete con l'adozione e l'utilizzo di più moderni apparati per rendere più agevole la gestione dei dati informatici attraverso procedure di scansione e di inserimento dati delle notizie in tempo reale.
      Un nuovo piano anticrimine, che possa avvalersi anche di una speciale task force, allo scopo istituita, può rivelarsi maggiormente idoneo a rilanciare una costante azione di prevenzione, finalizzata a ridurre il rischio criminale e rendere più sicura la collettività. Strumentazioni comuni e di rapida e agevole fruizione che siano interconnesse tra Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Corpo della guardia di finanza, per coordinare gli interventi ed agire in modo più razionale, tempestivo ed efficace. Non basta, come detto, la presenza fisica di una o più unità di tutori dell'ordine per tranquillizzare i cittadini. Occorre, infatti, che gli uomini delle Forze dell'ordine siano posti nelle condizioni più favorevoli per intervenire con prontezza ed efficacia.
      Il potenziamento dei sistemi di videosorveglianza e dei dispositivi di sicurezza - presenti nei più avanzati sistemi internazionali anticrimine - è finalizzato a monitorare e a proteggere spazi pubblici e privati, scoraggiando le azioni più violente
 

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e aggressive che quotidianamente si registrano. Il progresso tecnologico sta avanzando verso forme di videosorveglianza basate su una tecnologia digitale che consente di tradurre le immagini rilevate in un circuito di informazioni digitali dirette a consentire un adeguato controllo preventivo di potenziali e abituali malviventi pronti a mettere in atto intenti criminosi. Confrontando a distanza informazioni memorizzate (anche relative a caratteristiche fisiche) in apposite banche dati con quelle oggetto di un rilevamento è, senza dubbio, più agevole, ad esempio, fare scattare una tempestiva azione di prevenzione (concentrando gli sforzi sia sulla prevenzione delle aggressioni finalizzate alla commissione di reati contro la persona, sia sulla tutela dell'arredo urbano spesso oggetto di frequenti atti vandalici). Naturalmente i necessari investimenti a tutela dell'ordine pubblico attraverso l'utilizzo di sofisticate apparecchiature dovrebbero consentire, altresì, un ampliamento delle aree urbane sulle quali intervenire. In conclusione, attraverso la presente iniziativa si è inteso proporre un modello organico di intervento finanziario diretto a supportare un piano di sicurezza e di valorizzazione del patrimonio artistico e urbanistico della città di Napoli. Un piano che si rivela ambizioso e stimolante al tempo stesso, rappresentando una risposta sensibile e decisa al crescente bisogno di sicurezza che l'intera comunità avverte con grande intensità.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Finalità).

      1. Le disposizioni della presente legge sono finalizzate al rilancio della città di Napoli sia attraverso un adeguato e stabile potenziamento e ammodernamento del piano di sicurezza e di ordine pubblico, sia mediante una mirata riqualificazione del suo patrimonio architettonico, urbanistico, artistico e ambientale.
      2. La presente legge reca altresì disposizioni per incentivare e promuovere gli insediamenti produttivi nella città di Napoli anche attraverso il recupero di aree degradate di proprietà pubblica.

Art. 2.
(Oneri finanziari).

      1. Per l'attuazione delle finalità di cui all'articolo 1 è autorizzato lo stanziamento, per il triennio 2005-2007, di una somma complessiva pari a 150 milioni di euro, suddivisi in 50 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2005, 2006 e 2007.

Art. 3.
(Ripartizione dello stanziamento).

      1. Lo stanziamento di cui all'articolo 2 è ripartito con le seguenti modalità:

          a) 108 milioni di euro per la realizzazione degli interventi di competenza dello Stato e in particolare:

              1) per specifici interventi di competenza del Ministero dell'interno nell'ambito del piano di sicurezza e di ordine pubblico nel comune di Napoli, di cui all'articolo 1, comma 1;

              2) per specifici interventi di competenza del Ministero per i beni e le

 

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attività culturali nell'ambito del piano di riqualificazione del patrimonio architettonico, urbanistico, artistico e ambientale nel centro storico del comune di Napoli, di cui all'articolo 1, comma 1;

              3) per specifici interventi di competenza dei Ministeri delle attività produttive e delle infrastrutture e dei trasporti nell'ambito del piano di incentivazione e di promozione degli insediamenti produttivi anche attraverso il recupero di aree degradate di proprietà pubblica, di cui all'articolo 1, comma 2;

          b) 6 milioni di euro per interventi di competenza della regione Campania;

          c) 36 milioni di euro per interventi di competenza del comune di Napoli.

Art. 4.
(Interventi di competenza dello Stato).

      1. Lo stanziamento di cui alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 3, destinato alla realizzazione degli interventi di competenza dello Stato, è ripartito con le modalità e per le finalità seguenti:

          a) 42 milioni di euro, suddivisi in 14 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, per la progettazione e la realizzazione di sistemi avanzati di monitoraggio e di rilevamento nell'ambito del piano di sicurezza e di ordine pubblico di cui all'articolo 1, comma 1, nonché per l'installazione di strumentazioni di videosorveglianza per monitorare capillarmente e costantemente gli obiettivi più sensibili nelle zone di riferimento;

          b) 15 milioni di euro, suddivisi in 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, per il potenziamento di strumentazioni di intelligence in grado di elaborare dati in tempo reale in relazione a verifiche e a controlli di pubblica sicurezza nonché per l'ammodernamento delle strutture della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza ritenute funzionalmente più

 

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idonee a costituire l'asse portante della razionalizzazione degli interventi;

          c) 15 milioni di euro, suddivisi in 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, per la realizzazione di studi, progettazioni e opere volti all'inversione del processo di degrado delle aree urbane individuate dal Comitato centrale di cui all'articolo 7;

          d) 21 milioni di euro, suddivisi in 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, per la riqualificazione del patrimonio artistico, il riassetto urbanistico, il restauro di edifici pubblici nonché di quelli di carattere storico e artistico destinati ad uso pubblico, prevedendo idonee postazioni di controllo e presìdi per le Forze dell'ordine in grado di sorvegliare agevolmente le strutture;

          e) 15 milioni di euro, suddivisi in 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, finalizzati al recupero di aree degradate di proprietà pubblica da destinare a insediamenti nei quali svolgere attività produttive e artigiane, per incentivare gli investimenti e il rilancio delle imprese locali.

Art. 5.
(Interventi di competenza
della regione Campania).

      1. Lo stanziamento di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 3, destinato alla realizzazione degli interventi di competenza della regione Campania, è suddiviso in 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, per la progettazione e la realizzazione di iniziative volte a promuovere il rispetto della legalità nel territorio e nell'ambiente, di concerto con l'ufficio scolastico regionale.

Art. 6.
(Interventi di competenza del comune
di Napoli).

      1. Lo stanziamento di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 3, destinato alla

 

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realizzazione degli interventi di competenza del comune di Napoli, è ripartito con le modalità e per le finalità seguenti:

          a) 9 milioni di euro, suddivisi in 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, per l'acquisizione, il restauro e il risanamento conservativo di immobili da destinare ad attività sociali e culturali;

          b) 21 milioni di euro, suddivisi in 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, per la realizzazione delle opere di urbanizzazione, per la sistemazione del manto stradale, per le opere di consolidamento e di sistemazione di spazi pubblici, vicoli e piazze che, nel rispetto dei vincoli architettonici, paesaggistici e ambientali, rendano più sicuri e fruibili gli spazi, adeguandoli anche alle esigenze di superamento delle barriere architettoniche;

          c) 6 milioni di euro, suddivisi in 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, per il potenziamento e la modernizzazione dei presìdi urbani di polizia municipale.

Art. 7.
(Istituzione del Comitato centrale per il coordinamento e l'attuazione degli interventi).

      1. È istituito il Comitato centrale per il coordinamento degli interventi pubblici previsti dai piani di cui all'articolo 1 finalizzati alla salvaguardia e al rilancio della città di Napoli, di seguito denomitato «Comitato».

Art. 8.
(Composizione del Comitato).

      1. Il Comitato è composto dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro dell'interno, dal Ministro per i beni e le attività culturali, dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, dal Ministro delle attività produttive, dal presidente

 

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della giunta regionale della Campania, dal presidente della provincia di Napoli, dal prefetto di Napoli e dal soprintendente competente per i beni culturali e ambientali del comune di Napoli.
      2. Il Comitato è presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri che ne assume la rappresentanza anche all'esterno. Il Presidente del Consiglio dei ministri, in caso di impedimento o di assenza, può delegare un Ministro a presiedere, in sua sostituzione, le sedute del Comitato.
      3. Segretario del Comitato è il sindaco di Napoli che assicura con le proprie strutture le funzioni di segreteria del Comitato stesso.
      4. Le sedute del Comitato si svolgono presso adeguate strutture, individuate dal Presidente del Consiglio dei ministri sentito il parere dei componenti del Comitato stesso, nelle sedi di Napoli e di Roma.

Art. 9.
(Funzioni e compiti del Comitato).

      1. Al Comitato sono demandate, in via esclusiva, le attività di coordinamento e di controllo degli interventi previsti dalla presente legge.
      2. Al Comitato è demandato, altresì, il compito di individuare le aree urbane sulle quali operare gli interventi di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c). Nell'ambito di tale individuazione, il Comitato si avvale anche dell'opera di tecnici e di esperti di comprovata capacità, indicati dal sindaco di Napoli e dal presidente della giunta regionale della Campania.
      3. Il Comitato trasmette al Parlamento, entro quindici giorni dalla data di presentazione del disegno di legge finanziaria, una relazione sullo stato di attuazione dei singoli piani di intervento previsti dalla presente legge.
      4. Con la relazione presentata ai sensi del comma 3 il Comitato può eventualmente esprimere osservazioni e proposte di modifica per l'esercizio finanziario sta

 

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tale successivo in ordine alle ripartizioni dello stanziamento complessivo autorizzato in ragione di particolari esigenze connesse all'attuazione dei singoli piani di intervento di cui al medesimo comma 3.

Art. 10.
(Istituzione dell'unità speciale
per la sicurezza).

      1. Per coadiuvare l'attività del Comitato nell'elaborazione del piano di sicurezza e di ordine pubblico, di cui all'articolo 1, comma 1, nell'ambito delle finalità di ammodernamento e di stabile potenziamento delle strutture e delle risorse, è istituita una apposita unità speciale per la sicurezza.
      2. L'unità speciale è composta da cinque esperti, indicati dal prefetto di Napoli tra gli appartenenti all'Arma dei carabinieri, alla Polizia di Stato e al Corpo della guardia di finanza.
      3. L'unità speciale predispone piani e progetti relativi all'attuazione del piano di cui al comma 1 e li sottopone, per l'approvazione, al Comitato.

Art. 11.
(Istituzione del Consiglio urbanistico).

      1. Per coadiuvare l'attività del Comitato nella elaborazione del piano di riqualificazione del patrimonio architettonico, urbanistico, artistico e ambientale della città di Napoli, di cui all'articolo 1, comma 1, è istituto il Consiglio urbanistico.
      2. Il Consiglio urbanistico è composto da cinque esperti, indicati dal soprintendente competente per i beni culturali e ambientali del comune di Napoli, di comprovata capacità in relazione al piano di cui al comma 1.
      3. Il Consiglio urbanistico predispone piani e progetti relativi all'attuazione del piano di cui al comma 1 e li sottopone, per l'approvazione, al Comitato.

 

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Art. 12.
(Istituzione del Consiglio
per il rilancio produttivo).

      1. Per coadiuvare l'attività del Comitato nell'elaborazione del piano di incentivazione e promozione per il recupero delle aree degradate di proprietà pubblica da destinare ad insediamenti produttivi di tipo industriale e artigianale di cui all'articolo 1, comma 2, e istituito il Consiglio per il rilancio produttivo.
      2. Il Consiglio per il rilancio produttivo è composto da cinque esperti, indicati dal sindaco di Napoli, di comprovata capacità nell'ambito dell'industria e dell'artigianato.
      3. Il Consiglio per il rilancio produttivo predispone piani e progetti relativi all'attuazione del piano di cui al comma 1 e li sottopone, per l'approvazione, al Comitato.


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