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PDL 5832

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 5832



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato VERNETTI

Istituzione del Museo del Palio di Asti

Presentata il 9 maggio 2005


      

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Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge intende valorizzare una delle più storiche tradizioni del territorio italiano, il Palio di Asti, che dalle sue origini nel XIII secolo si è consolidata nel tempo fino a giungere, a dispetto di alcune brevi interruzioni per motivi bellici o cause contingenti, ai nostri giorni.
      Risale infatti al 1275 la prima citazione documentata, a opera del cronista locale Guglielmo Ventura, che nel suo «Memoriale» narra di come gli astigiani, durante l'assedio di Alba, corsero sotto le mura della città rivale il loro Palio, così come erano soliti fare già da molto tempo nella ricorrenza del Santo Patrono, San Secondo.
      Nel corso dei secoli il Palio continuò a intrecciarsi più volte con le vicende e con l'evoluzione storica e sociale del territorio, mantenendo intatte le sue antiche consuetudini e costituendo, di fatto, la massima espressione della vitalità cittadina.
      In epoca contemporanea il Palio di Asti alimenta la propria storia e tradizione con immutato vigore, caratterizzandosi durante l'anno con una serie di appuntamenti, naturale sviluppo degli antichi rituali, che giungono al culmine la terza domenica di settembre, giorno in cui si svolge la Corsa del Palio.
      In quell'occasione un sontuoso corteo, composto da oltre 1.200 figuranti in costume medioevale, ripropone episodi della storia cittadina nel periodo compreso tra il XII e il XV secolo in un quadro rievocativo che, per la fedeltà della ricerca, la cura della realizzazione e la ricchezza dei personaggi, non ha probabilmente eguali in Italia e nel mondo. E, mentre il corteo storico si snoda per il centro, confluiscono nella piazza principale della città le schiere dei borghigiani, i «popoli» che animano durante tutto l'anno la vita dei rioni, dei borghi e dei comuni che partecipano alla corsa. Si viene così a creare un
 

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suggestivo parallelo tra la città di un tempo e la città di oggi, ancora una volta chiamata a raduno per celebrare il Santo Patrono con la consueta corsa di cavalli, per nove secoli evento cardine, ma non unico, di una realtà multiforme che raccoglie in sé componenti di varia natura.
      Vi è certamente l'aspetto della competizione, dell'affrontamento, di una «guerra» per la supremazia cittadina mai combattuta ma invero sublimata metaforicamente nel galoppo dei purosangue. E, conseguentemente, il profondo legame con il cavallo, da secoli protagonista della cultura di questo territorio, ancora oggi caratterizzato da numerosi allevamenti, da un centro di ippoterapia e da un corso professionale a indirizzo specifico. Non va dimenticato che proprio da una così radicata cultura di reale conoscenza e di affezione per questo nobile animale continuano a giungere, così come in passato, costanti contributi alla salvaguardia e alla tutela del benessere equino, nel naturale evolversi di un'antica tradizione che si è sviluppata di pari passo con i valori e con le consapevolezze della contemporanea società civile.
      Vi sono poi rilevanti aspetti di natura sociale: la struttura della città, suddivisa in rioni e in borghi, eredi delle antiche confraternite e della articolazione in parrocchie, dà luogo all'attività di quattordici distinte associazioni di competenza territoriale. In quest'ambito si ritrovano migliaia di persone, di età, livello culturale, opinione politica, ceto sociale spesso molto diversi, accomunate però dal senso di appartenenza borghigiana e dal desiderio di contribuire alla crescita della propria comunità.
      Il fondamentale ruolo aggregativo, ricreativo e culturale dei borghi e dei rioni assume uno spessore vieppiù particolare nel quotidiano contatto tra le generazioni, ove la curiosità e l'entusiasmo dei giovani si fondono con la saggezza e con l'equilibrio degli anziani, contribuendo a tramandare un ricco bagaglio di esperienze, di storia e di cultura che garantisce la continuità di questa forma sociale.
      Detto della valenza rievocativa del Palio di Asti, che richiama ogni anno decine di migliaia di spettatori dall'Italia e da ogni parte del mondo, è opportuno ancora sottolineare come in una città che ha conservato intatte nel suo tessuto urbano numerose testimonianze dell'epoca medioevale - chiese, vie, torri e palazzi che caratterizzano il centro storico - il Palio si inserisca di diritto tra i beni culturali più preziosi del territorio. Mantenendo inalterato l'originario carattere di festa popolare in onore del Santo Patrono, esso ha infatti acquisito nel suo secolare sviluppo valori di rilevanza artistica, storica e culturale tali da renderlo, al pari degli altri monumenti, un vero e proprio patrimonio della regione e dell'Italia intera.
      Al fine dunque di tutelare, valorizzare e divulgare questa preziosa risorsa del territorio nazionale, la presente proposta di legge istituisce il Museo del Palio di Asti, ideale testimone di una tradizione tanto antica quanto autentica.
      Il Museo, con sede in Asti, si articolerà in due distinte sezioni: una dedicata più prettamente al Palio e al suo percorso lungo nove secoli di storia italiana e un'altra dedicata al suo principale protagonista, il cavallo.
      La prima sezione si occuperà di ricostruire l'evoluzione del Palio di Asti, cogliendone lo sviluppo dal medioevo ai giorni nostri in rapporto alle trasformazioni politiche, sociali, culturali, economiche, architettoniche della città e del territorio ed esprimendone al contempo le peculiarità e i valori tradizionali trasmessi inalterati nel corso degli anni. Nell'ambito di un'operazione di così grande spessore, particolare attenzione verrà dedicata alle giovani generazioni guidate, con e attraverso il Palio, alla riscoperta delle radici storiche e culturali della città.
      La seconda sezione sarà invece dedicata specificamente al cavallo, analizzato sia dal punto di vista morfologico, agonistico e sanitario, sia per il ruolo rivestito nei secoli e per il particolare rapporto con l'uomo che gli stimoli propri della cultura paliofila hanno trasformato in un legame di profonda, reciproca, affezione.
 

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      Le finalità del Museo inoltre, seguendo il modello di altre importanti realtà espositive europee, comprenderanno al fianco dell'attività di documentazione, certamente fondamentale, anche la creazione di un percorso multisensoriale, fatto di suoni, immagini, colori, profumi, sapori caratteristici, lungo il quale guidare i visitatori all'interno di una suggestione sospesa nel tempo: la magia del Palio.
      Attraverso il Museo, il ricco patrimonio storico, culturale, emozionale insito nel Palio di Asti troverà così espressione continua e duratura nell'arco dell'anno, avvicinando ai valori e al fascino di questa antica tradizione un numero di persone considerevolmente più ampio di quante vi possano assistere direttamente.
      Alla luce di queste considerazioni è auspicabile che il Parlamento possa provvedere sollecitamente all'istituzione del Museo, offrendo in tal modo ai cittadini l'opportunità di fruire pienamente di una risorsa così preziosa del territorio nazionale.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Istituzione del Museo del Palio di Asti).

      1. È istituito il Museo del Palio di Asti, di seguito denominato «Museo», con sede in Asti.
      2. Per l'istituzione e il funzionamento del Museo è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2005 e di 500 mila euro annui a decorrere dall'anno 2006.

Art. 2.
(Finalità del Museo).

      1. Al Museo sono attribuiti i seguenti compiti:

          a) raccogliere, conservare, catalogare, restaurare ed esporre il materiale riguardante il Palio di Asti e la sua evoluzione storica, con particolare riferimento alle relazioni con le trasformazioni politiche, sociali, culturali, economiche della città di Asti e del territorio;

          b) raccogliere, conservare, catalogare ed esporre materiale attinente al cavallo, alle sue attività e al profondo legame con l'uomo prodotto dalla cultura paliofila e astigiana;

          c) trasmettere, attraverso la creazione di percorsi multisensoriali, i valori storici, culturali ed emozionali propri del Palio di Asti e della sua secolare tradizione;

          d) promuovere attività didattiche e iniziative culturali, volte alla riscoperta e alla valorizzazione delle tradizioni medioevali e delle radici storiche del territorio, rivolte in particolare alle giovani generazioni;

 

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          e) promuovere iniziative, riconoscimenti e incontri di natura scientifica, nazionali e internazionali, sul tema della salvaguardia e della tutela del benessere equino;

          f) sostenere l'opera e le iniziative culturali, aggregative e sociali promosse sul territorio dalle realtà associative partecipanti al Palio di Asti.

      2. Per le finalità di cui al comma 1 il Museo instaura rapporti di collaborazione con fondazioni, associazioni e musei, che svolgono attività di valorizzazione di manifestazioni storiche e di tradizioni medioevali.

Art. 3.
(Organizzazione del Museo).

      1. Entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro per i beni e le attività culturali adotta, con proprio decreto, sentito il consiglio comunale di Asti, il regolamento recante norme sulla struttura e sul funzionamento del Museo.

Art. 4.
(Riconoscimento del Palio di Asti).

      1. Il Palio di Asti, che si svolge ogni anno la terza domenica di settembre, è riconosciuto, con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, quale manifestazione di rilievo nazionale per i valori storici, culturali e sociali di cui è portatore, nonché per la natura di autentica tradizione popolare italiana.

Art. 5.
(Copertura finanziaria).

      1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, valutato in 2 milioni di euro per l'anno 2005 e in 500 mila euro annui a decorrere dall'anno 2006, si provvede

 

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mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2005-2007, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2005, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali. A decorrere dall'anno 2008 si provvede ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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