Frontespizio Relazione Progetto di Legge

Nascondi n. pagina

Stampa

PDL 5914

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 5914



 

Pag. 1

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

DE GHISLANZONI CARDOLI, ZAMA, SCALTRITTI, MASINI, RICCIUTI, COLLAVINI

Finanziamenti in favore delle produzioni agricole non regolamentate da organizzazioni comuni di mercato

Presentata il 13 giugno 2005

      

torna su
Onorevoli Colleghi! - La regolamentazione di una organizzazione comune di mercato (OCM) da parte dell'Unione europea comporta l'armonizzazione e la regolazione dei mercati agricoli delle produzioni interessate, attraverso la disciplina dei rapporti con i Paesi terzi, l'applicazione di norme di qualità nonché di misure di sostegno dei redditi agricoli, anche in caso di crisi di mercato.
      Nei settori non regolamentati viene a mancare tale politica, il che costituisce motivo di incertezza per tutte le componenti della filiera.
      Il comparto della patata è quello di maggiore rilevanza fra quelli non regolati da OCM: questo prodotto interessa tutti i Paesi dell'Unione europea con una superficie investita di oltre 1,5 milioni di ettari, una produzione media di circa 50 milioni di tonnellate e una produzione lorda vendibile (PLV) pari a oltre 6,2 milioni di euro, che rappresenta il 3,1 per cento della PLV agricola europea (dati Unione europea dei 15).
      Considerata l'importanza economica di questa produzione, gli Stati membri dell'Unione europea intervengono annualmente con importanti aiuti nazionali a sostegno di tale coltivazione.
      In Italia, la produzione interessa tutte le regioni e la possibilità di raccogliere il prodotto per 10 mesi l'anno consente di avere una specificità che rende la patata italiana unica in ambito europeo. Nonostante un costo di produzione elevato di circa 3.500 euro all'ettaro, i quantitativi prodotti ammontano a 2,3 milioni di tonnellate, per un valore di 600 milioni di euro: la produzione delle patate consente quindi di dare importanti risposte alle aree vocate ma anche a quelle più marginali
 

Pag. 2

del nostro Paese in quanto garantisce un reddito soddisfacente sia per il mondo della produzione che per l'indotto economico a esso collegato (trasporti, occupazione, commercio e industria di trasformazione).
      Per questi motivi, dal 1989 il settore ha usufruito di interventi nazionali tesi a favorire la stipula di accordi interprofessionali per le patate destinate alla trasformazione industriale e per il ricorso all'ammasso privato presso strutture di conservazione ad alta tecnologia. Tali misure hanno consentito di mantenere in sostanziale equilibrio il mercato, riducendo notevolmente le crisi che caratterizzavano il comparto negli anni precedenti. Inoltre, la bilancia commerciale del settore pataticolo registra un saldo sostanzialmente in pareggio, sebbene le quantità importate siano superiori a quelle esportate: infatti il superiore valore delle patate precoci esportate, ottenute nelle aree meridionali del Paese, compensa ampiamente quello delle importazioni. I finanziamenti, soprattutto negli ultimi anni sono stati inoltre utilizzati per realizzare progetti, approvati dal Ministero delle politiche agricole e forestali, volti a una sempre maggiore qualificazione del prodotto sia attraverso l'introduzione della rintracciabilità di filiera sia attraverso una intensa opera di ricerca delle sementi di qualità più elevata a prezzi concorrenziali.
      La copertura finanziaria per gli interventi a favore delle produzioni non regolamentate da OCM è stata assicurata, dal 1989 alla campagna 2000, con fondi dell'Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo, ora Agenzia per le erogazioni in agricoltura; dal 2001 al 2002 attraverso i finanziamenti previsti all'articolo 10 della legge 27 marzo 2001, n. 122, che hanno destinato al settore una parte della quota destinata agli interventi nazionali dalla legge n. 499 del 1999. La spesa prevista è stata di 7,5 milioni di euro per anno, di cui circa 7 milioni sono andati al settore delle patate.
      I finanziamenti sono compatibili con le normative comunitarie in materia di aiuti di Stato al settore agricolo, in quanto si tratta di un comparto privo di OCM. Tale compatibilità si evidenzia peraltro dalla circostanza che le precedenti disposizioni legislative non hanno mai ricevuto osservazioni negative dalla Commissione europea.
      In previsione di una crescita dei settori interessati è necessario adattare la copertura finanziaria alle nuove esigenze individuando in 10 milioni di euro all'anno il fabbisogno complessivo, al fine di rendere possibile una adeguata programmazione degli investimenti e di attivare tutti gli strumenti per prevenire eventuali crisi di mercato nel prossimo triennio 2006-2009. A tale fine è stata predisposta la presente proposta di legge, della quale si auspica l'approvazione.
 

Pag. 3

torna su
PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008 è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro da destinare alla realizzazione di azioni svolte dalle unioni nazionali dei produttori agricoli riconosciute, nelle grandi produzioni non regolamentate da organizzazioni comuni di mercato, al fine di migliorare la qualità della gestione dell'offerta nonché di rafforzare i rapporti di filiera.
      2. All'onere derivante dall'attuazione del comma 1 si provvede mediante corrispondente riduzione per gli anni 2006, 2007 e 2008 dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 46, comma 4, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, Ministero delle politiche agricole e forestali, Fondo investimenti (1.2.10.2 - Investimenti agricoltura foreste e pesca - cap. 7003).


Frontespizio Relazione Progetto di Legge
torna su