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PDL 3315

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 3315



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato BULGARELLI

Interventi finalizzati al risanamento del medio e alto Adriatico

Presentata il 25 ottobre 2002


      

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Onorevoli Colleghi! - Una indagine di circa tre anni fa del nucleo ecologico dei carabinieri evidenziava che circa l'80 per cento per cento dei depuratori è stato progettato male oppure non funziona, e che alcune grandi città, come per esempio Milano, ne sono addirittura ancora prive. È bene ricordare che la città di Milano contribuisce per il 30 per cento all'inquinamento del Po e conseguentemente del mare Adriatico.
      Tutto il mare Adriatico, ma in special modo l'alto Adriatico, è strutturalmente inquinato, così come i suoi bacini fluviali. Le sue caratteristiche morfologiche, inoltre, lo rendono da questo punto di vista ancora più a rischio rispetto ad altri tratti di mare, più aperti e quindi con una possibilità di ricambio delle acque molto più elevata. Un'area geografica, quindi, particolarmente delicata dal punto di vista ambientale. All'inquinamento prodotto dagli scarichi civili, spesso male o affatto depurati, si aggiunge inoltre l'apporto degli scarichi industriali, dei concimi agricoli e degli allevamenti. Vale, per esempio, la pena di ricordare in proposito l'annoso e mai risolto problema dell'eutrofizzazione algale, fenomeno tipico dell'alto e medio Adriatico. Gli scarichi civili, industriali ed agricoli che giungono al mare, direttamente o attraverso le foci fluviali, determinano un eccessivo aumento di nutrienti, fosforo e azoto in particolare, con il risultato di un aumento eccessivo delle alghe, che, per il normale processo di fotosintesi, fanno crescere il livello dell'ossigeno disciolto nell'acqua ben oltre il limite previsto. Sono circa 19 anni che si provvede ad emanare decreti-legge «fotocopia» di proroga il cui unico effetto è quello di poter definire balneabile un mare che in realtà non lo è. Continue proroghe che finiscono per favorire l'inadempienza delle regioni in tema di risanamento delle acque. Tanto si sa per certo che l'anno seguente vi sarà l'ennesimo immancabile differimento dei termini.
 

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      Senza dimenticare che il livello di inquinamento e il conseguente degrado ambientale, oltre a mettere a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini, provocano consistenti danni alle attività turistiche e alla pesca, attività che contribuiscono in maniera consistente al buon andamento dell'economia non solo delle regioni interessate, ma anche di tutto il nostro Paese.
      La presente proposta di legge nasce quindi dalla necessità che il Governo centrale possa avere un ruolo più incisivo nei confronti delle inadempienze degli enti locali in materia sanitaria e ambientale, le cui eventuali omissioni finiscono per coinvolgere inevitabilmente tutti i cittadini. È necessaria quindi un'assunzione di responsabilità da parte degli amministratori locali per il ruolo che possono e devono svolgere per la tutela della salute e dell'ambiente nel nostro Paese.
      Con l'articolo 1 si prevede un contributo statale per il solo anno 2003 a favore dei comuni del medio e alto Adriatico per la realizzazione di tutti quegli interventi sugli impianti fognari e di depurazione indispensabili all'abbattimento del livello di inquinamento delle acque.
      L'articolo 2 istituisce un fondo a cui fare eventualmente affluire le somme che i comuni inadempienti sono tenuti a versare, finalizzato al sostegno di quelle attività economiche che maggiormente sopportano gli effetti negativi dello stato di degrado ambientale del medio e alto Adriatico.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art 1.

      1. Per contribuire alla realizzazione degli interventi finalizzati alla messa in opera, all'ottimizzazione e all'efficienza degli impianti fognari e di depurazione, e comunque degli interventi finalizzati ad abbattere il livello di inquinamento conseguente agli scarichi prodotti, effettuati dai comuni con popolazione superiore a centomila abitanti dell'area del medio e alto Adriatico, i cui scarichi confluiscono direttamente o indirettamente nei tratti di mare suddetti, è autorizzata per l'anno 2003 la spesa di 40 milioni di euro.
      2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche ai comuni minori situati nell'area del medio e alto Adriatico che durante il periodo estivo superano il limite di centomila abitanti, stabilito al medesimo comma 1.

Art. 2.

      1. Presso il Ministero delle attività produttive è istituito un fondo finalizzato al finanziamento di interventi di sostegno ai settori produttivi maggiormente esposti agli effetti conseguenti allo stato di degrado ambientale del medio e alto Adriatico.
      2. I comuni che, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, non hanno provveduto ad effettuare gli interventi di cui all'articolo 1, comma 1, o che non hanno già assunto i conseguenti impegni finanziari, sono tenuti a versare al fondo di cui al comma 1 del presente articolo, la somma di un euro per ogni abitante residente quale risulta dall'ultimo censimento effettuato dall'Istituto nazionale di statistica.

 

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Art. 3.

      1. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 1, pari a 40 milioni di euro per l'anno 2003, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2002, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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