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PDL 5627

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 5627



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

MILANESE, GIOACCHINO ALFANO, AZZOLINI, BLASI, CARLUCCI, CENNAMO, DI TEODORO, FALLICA, FASANO, FONTANA, GIGLI, LENNA, MARINELLO, MARRAS, MISURACA, PAOLETTI TANGHERONI, PERROTTA, PINTO, ANTONIO RUSSO, SANTULLI, TARANTINO, VERRO

Istituzione della Giornata nazionale contro la pena di morte

Presentata il 16 febbraio 2005


      

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Onorevoli Colleghi! - Con l'intento di riconoscere e promuovere azioni tese al riconoscimento dei diritti umani, e primo fra tutti il diritto alla vita, si propone l'istituzione della Giornata nazionale contro la pena di morte, ovvero una battaglia per la vita nell'ambito del pieno riconoscimento internazionale da sempre affermato, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 sino alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del dicembre 2000.
      L'Unione europea ha più volte ribadito il proprio impegno a promuovere l'abolizione della pena di morte, di diritto e di fatto, in ogni Paese del mondo, sia in tempo di guerra sia in tempo di pace, invitando gli Stati che ancora la prevedono nella propria legislazione a introdurre una moratoria delle esecuzioni quale primo passo verso la sua abolizione, e in particolare a non eseguire sentenze capitali nei confronti di coloro che erano minori all'epoca della commissione dei reati.
      Nell'ambito del Consiglio d'Europa è in vigore un Protocollo addizionale alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che obbliga gli Stati firmatari ad escludere la pena capitale in tempo di pace. È stato inoltre elaborato un ulteriore Protocollo addizionale, che ne prevede l'obbligo di abolizione totale, senza eccezioni.
      Nell'ambito delle Nazioni Unite gli sviluppi sono più lenti e incerti, visto che gli oltre 180 Stati membri dell'Organizzazione non condividono, come accade invece per gli Stati membri del Consiglio d'Europa, una comune civiltà giuridica e conservano, in maggioranza, la pena di morte nei loro ordinamenti. Tuttavia, anche in ambito «universale», l'obiettivo dell'abolizione della pena di morte è oggi perseguito in maniera più decisa.
      In tale direzione deve essere inquadrato il riconoscimento dell'impegno dell'Italia, che da un lato ha favorito l'approvazione, negli ultimi anni, di una risoluzione da parte della Commissione delle
 

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Nazioni Unite per i diritti umani di Ginevra per la moratoria universale delle esecuzioni e, dall'altro, ha presentato una risoluzione sulla moratoria presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
      Una storia, quella italiana, tutt'altro che recente se si pensa che uno dei primi esempi di abolizione totale della pena di morte si deve a Leopoldo di Toscana che, il 30 novembre 1786, la bandì dal Granducato di Toscana e, ancora, che la più famosa denuncia dell'ingiustizia della pena di morte è del giurista italiano Cesare Beccaria, che nel 1764 nell'opera «Dei delitti e delle pene» ne propose l'abolizione sostenendone l'inefficacia come mezzo di prevenzione del crimine e sottolineando la possibilità dell'errore giudiziario.
      Una data dunque, quella del 30 novembre, significativa per il nostro Paese avendo rappresentato il primo esempio di vera e aperta condanna alla pena di morte.
      Una condanna non solo morale, per l'evidente legittimazione alla violenza, ma anche giuridica, data l'incapacità di prevenire i crimini (mancano dati in grado di dimostrare che l'uso della pena di morte sia un deterrente efficace contro i crimini più efferati; da anni infatti i reati gravi non hanno subìto alcuna riduzione significativa là dove la pena di morte è stata reintrodotta) e l'incapacità di rappresentare un modello di giustizia giusta.
      L'istituzione della Giornata nazionale contro la pena di morte si pone quale mezzo di pressione per ottenere l'abolizione della pena capitale nei Paesi nei quali essa ancora esiste, per promuovere la democrazia e i diritti umani attribuendo priorità e urgenza a ogni iniziativa tesa al conseguimento della moratoria stessa, all'abrogazione della pena capitale e al sostegno concreto di tutte quelle organizzazioni non governative che operano in tale senso.
      Nella piena convinzione dell'amoralità della pena capitale, considerata incivile e contraria al principio che vede nella riabilitazione del criminale, e non nella pura punizione, lo scopo principale della pena, si esprime la piena condanna di un «diritto» incapace di rappresentare un modello di giustizia e di ragione, ma solo vendetta, che si presenta come strumento di azioni ancora più feroci e barbare, con le quali l'autorità pubblica s'impossessa del diritto di vita e di morte.
      Fra gli obiettivi che ci si propone con l'istituzione della Giornata nazionale contro la pena di morte vi è sicuramente quello della stimolazione del dibattito e del rafforzamento dell'opposizione alla pena di morte da parte dell'opinione pubblica, oltre che un auspicabile sviluppo e consolidamento della democrazia e dello Stato di diritto, nel pieno rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché un appello affinché si fermino le esecuzioni e si abolisca la pena di morte.
      Il dibattito sulla pena di morte è ben lontano dall'essersi esaurito all'interno delle società contemporanee, e anche in quelle più ricche e avanzate esso è di estrema attualità.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. La Repubblica riconosce il giorno 30 novembre quale «Giornata nazionale contro la pena di morte» allo scopo di sviluppare, consolidare e accrescere il valore universale della vita umana, i princìpi della democrazia, dello Stato di diritto e la consapevolezza sociale ed etica in ordine ai diritti dell'uomo e al rifiuto della violenza.

Art. 2.

      1. La Presidenza del Consiglio dei ministri, senza ulteriori spese a carico del bilancio dello Stato, nomina una commissione incaricata della organizzazione, della promozione e del coordinamento delle iniziative in occasione della Giornata nazionale contro la pena di morte di cui all'articolo 1.

Art. 3.

      1. In occasione della Giornata nazionale contro la pena di morte sono organizzati:

          a) convegni, incontri ed eventi di sensibilizzazione sui temi della pena di morte; iniziative atte a contribuire in modo positivo alla diffusione della cultura non violenta, anche con il coinvolgimento degli enti locali, delle scuole e delle università;

          b) campagne di informazione e di promozione, a livello nazionale, contro la pena di morte;

          c) iniziative a sostegno delle organizzazioni di volontariato, religiose e laiche, operanti nel territorio nazionale, dedite a una costante campagna di sensibilizzazione contro la pena di morte e sui temi del rispetto della vita e del rifiuto della violenza.


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