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PDL 5323

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 5323



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato PATARINO

Disposizioni a favore del Museo nazionale archeologico di Taranto

Presentata il 4 ottobre 2004


      

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Onorevoli Colleghi! - Il Museo nazionale archeologico di Taranto rappresenta per la Puglia e per il Mediterraneo un punto di riferimento che ha caratterizzato il tempo e la storia grazie alle sue funzioni, alle mostre e ai raccordi con il territorio. A tale fine occorre ricordare le principali tappe che hanno segnato l'importante percorso museale, rappresentativo di un progetto culturale per tutta la Magna Grecia: Museo della Magna Grecia, degli «Ori Ellenistici», del «Centenario», degli «Atleti» e «Guerrieri», dei «Greci in Occidente», del dialogo con l'arte contemporanea e dell'incontro con il mondo della scuola, ma soprattutto, e prima fra tutte, la famosa mostra d'arte antica organizzata addirittura nel lontano 1934.
      Il Museo, istituito nel 1887 per volontà dell'archeologo Luigi Viola che lo resse fino al 1891 - il quale intendeva farne, appunto, un museo della Magna Grecia - di fatto, sin dalla sua costituzione, è stato dedicato prevalentemente alla documentazione archeologica relativa alla città di Taranto e al resto della Puglia, pur conservando anche materiali risalenti alle età preistorica e classica, provenienti dal territorio della Basilicata.
      Il Museo ha la sua sede storica presso l'ex convento di San Pasquale di Baylon, definitivamente ristrutturato solo nel 1907.
      Riordinato negli anni '30, subì lo sgombero durante il secondo conflitto mondiale, al quale seguì una risistemazione completa nel 1952 con una nuova sezione dedicata esclusivamente agli ori. Altri riallestimenti vennero eseguiti nel 1962, con la costruzione di un secondo piano sopraelevato, adibito alla sezione preistorica.
      Recentemente, il Museo è stato ospitato presso il settecentesco Palazzo Pantaleo
 

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nella città vecchia, in vista di un riammodernamento della sede storica.
      L'esposizione attuale è suddivisa in tre sezioni: la sezione preistorica, che raccoglie testimonianze delle culture preclassiche della regione; la sezione dedicata alla società tarantina nell'epoca greco-romana; la sezione delle oreficerie con una raccolta di gioielli che facevano parte di corredi funerari di età ellenistica (IV-V secolo avanti Cristo).
      L'importanza del Museo risiede, oggi, soprattutto nella scelta di presentare la cultura artistica e materiale del luogo collocando i reperti nel proprio contesto: non una semplice collezione di oggetti, ma la presentazione di documenti e di testimonianze di importanti frammenti di storia.
      I reperti della sezione dedicata al periodo greco-romano sono sistemati per classi di materiali: sculture di marmo, tombe monumentali, sculture in pietra tenera, ceramica delle necropoli, oreficerie.
      Un'altra sala espone i materiali della città romana: sculture, mosaici ed epigrafi provenienti da edifici pubblici e privati. Le sale dedicate alla ceramica proveniente dalla necropoli sono organizzate secondo un percorso cronologico, che va dal periodo della fondazione della colonia laconica di Taranto fino alla metà del VI secolo avanti Cristo.
      La parte più importante della produzione di questo periodo è costituita dalla ceramica protocorinzia e corinzia, realizzata cioè a Corinto e da lì ampiamente esportata: la collezione del Museo di Taranto ne costituisce una delle raccolte più ricche.
      Alcune sale del Museo sono, infine, dedicate a una mostra permanente sulla società aristocratica a Taranto tra il VI e il IV secolo avanti Cristo, della quale sono illustrati due aspetti importanti: la pratica atletica e l'esercizio bellico.
      La presente proposta di legge ha lo scopo di conferire al Museo nazionale archeologico di Taranto autonomia gestionale rispetto alla soprintendenza alla quale appartiene.
      Oggi, le soprintendenze competenti per i beni archeologici svolgono compiti abbastanza articolati su tutto il territorio e ad esse compete la tutela dei beni culturali; un museo archeologico deve, parimenti, poter «produrre» cultura, didattica e formazione educativa in un quadro di rapporti con l'intero territorio nel quale è ubicato. Più volte è stata sottolineata l'importanza dell'inserimento, tra i profili professionali museali, anche della figura, ad esempio, del pedagogista, sia nell'allestimento delle sale, sia nella progettazione culturale che ciascun museo stabilisce nel corso delle attività di promozione.
      Una simile esperienza è tanto più auspicabile se consideriamo il bene culturale come modello di identità di un contesto territoriale e come elemento base di un dialogo tra storia, consapevolezza delle radici e investimento su quella cultura che è patrimonio comunitario.
      Nel caso specifico, l'autonomia del Museo nazionale archeologico di Taranto rivestirebbe un ruolo prioritario per la realtà territoriale cui appartiene: esso diventerebbe un laboratorio di raccordo tra l'archeologia e le altre arti o attività di promozione culturale grazie a spazi multimediali, espositivi, eterogenei e di convegnistica.
      Allo stato attuale, il Museo dipende dalla soprintendenza per i beni archeologici della Puglia che ha compiti scientifici su tutta la regione. Considerato che lo stesso Museo costituisce, come evidenziato, un riferimento culturale notevole per tutta la Magna Grecia, occorrerebbe valutare l'opportunità di una sua autonomia da concretizzare attraverso figure professionali che abbiano competenza sulle attività del Museo medesimo.
      D'altronde il rilancio dei beni culturali passa anche attraverso quelle strutture che hanno forza competitiva in termini economici, in grado di garantire un rapporto armonico con la ricerca e con l'economia di un territorio.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Al fine di incentivare le attività di tutela, di conservazione e di fruizione pubblica del patrimonio archeologico, il Museo nazionale archeologico di Taranto, di seguito denominato «Museo», è dotato di autonomia organizzativa, gestionale, amministrativa e finanziaria, con esclusione delle spese per il personale.

Art. 2.

      1. Il direttore del Museo coordina le attività museali. A tale fine:

          a) adotta i provvedimenti di attuazione del programma e del bilancio di previsione e disciplina le modalità di utilizzazione della struttura museale;

          b) esprime pareri e formula proposte sui progetti e sulle iniziative volti a valorizzare le aree archeologiche;

          c) svolge funzioni propositive, di coordinamento e di scambio di informazioni e di conoscenze.

Art. 3.

      1. Il bilancio di previsione, le variazioni e il rendiconto consuntivo del Museo, unitamente alla relazione dettagliata sull'utilizzo della struttura museale, sono trasmessi, entro quindici giorni dalla loro redazione, al Ministero per i beni e le attività culturali e al Ministero dell'economia e delle finanze per l'approvazione.


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