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PDL 5293

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 5293



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato ROTUNDO

Nuove norme per la regolarizzazione dei contributi
nel settore agricolo

Presentata il 23 settembre 2004


      

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Onorevoli Colleghi! - Sulla crisi dell'agricoltura meridionale incidono negativamente un complesso di fattori tra i quali il problema dei contributi agricoli pregressi.
      C'è un problema ormai annoso di indebitamento delle aziende che, se non risolto, rischia di mettere letteralmente in ginocchio l'intero comparto agricolo.
      D'altro canto la causa di tale situazione risiede nella debolezza strutturale del settore, nelle ricorrenti crisi di mercato che hanno investito molte produzioni, nelle ripetute avversità atmosferiche che hanno colpito l'agricoltura e nella obiettiva insostenibilità degli oneri contributivi, particolarmente alti anche in riferimento a realtà quali la Grecia, la Spagna e il Portogallo, nostri competitori diretti.
      Nell'ultimo decennio, partendo dalla legge n. 233 del 1990, la normativa sulla previdenza in agricoltura ha subìto modifiche con svariati interventi legislativi tesi a recuperare risorse finanziarie per la gestione del settore, introducendo però un fardello di adempimenti burocratici. L'inasprimento delle norme e l'aumento della pressione contributiva si sono tradottti in una costante diminuzione del numero delle aziende agricole e in un aumento dell'esposizione debitoria verso l'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS).
      In Puglia la situazione è ancora più grave, rispetto alla media nazionale, per la notevole importanza dell'occupazione agricola: sia rispetto agli altri settori (il 14 per cento degli occupati agricoli in Puglia rispetto al 7 per cento della media nazionale) che all'interno dell'agricoltura italiana (quasi il 25 per cento delle giornate lavorative agricole sono impiegate dai datori di lavoro pugliesi). Per questi motivi, vi è una specificità pugliese nel chiedere di affrontare problemi quali la cartolarizzazione e le figure miste, che da anni rappresentano dei veri e propri limiti allo
 

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sviluppo e all'affermazione dell'agricoltura in Puglia.
      Per fare l'analisi dell'incidenza dei costi per i contributi agricoli corrisposti dalle aziende agricole in Puglia per l'assunzione della manodopera agricola, è necessario tenere presente che negli ultimi anni erano operanti i benefìci di riallineamento e la fiscalizzazione del 40 per cento degli oneri sociali.
      Negli ultimi cinque anni si rileva che il costo dei contributi è raddoppiato. C'è il rischio molto concreto che nel 2004 l'aumento superi il 350 per cento rispetto all'anno 1999, a causa della scadenza della fiscalizzazione al 31 dicembre 2003 e in assenza di una apposita misura nella legge finanziaria 2004 (legge n. 350 del 2003).
      Nel 1999 il costo era di euro 6,00, che è diventato nel 2004 di euro 21,00.
      Gli agricoltori si aspettano una soluzione seria del problema della cartolarizzazione dei contributi INPS.
      La rateizzazione in cinque anni prevista dalla citata legge finanziaria 2004 rischia di essere solo una misura di propaganda elettorale da sventolare in campagna elettorale, come è avvenuto nelle scorse elezioni europee.
      È una norma, infatti, che non risolve il problema e temo che vedrà pochissime adesioni da parte degli agricoltori.
      La presente proposta di legge chiede di riportare i costi contributivi a livelli di sostenibilità economica e nella media europea e nell'immediato chiede la sospensione e il rinvio di un anno della contribuzione pregressa per consentire alle aziende agricole debitrici di regolarizzare la propria posizione con l'INPS attraverso il pagamento del 20 per cento delle somme dovute al netto di sanzioni, interessi e benefìci non goduti ai sensi del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102.
      Tale soluzione costituisce un vantaggio anche per l'INPS oltre che per gli agricoltori, in quanto l'INPS incasserebbe il 20 per cento contro l'8,6 per cento previsto dalla cartolarizzazione.
      È arrivato il momento di dare una soluzione definitiva e non i soliti «provvedimenti tampone» come è avvenuto in questi anni, ad un gravissimo problema, riducendo il costo degli oneri sociali come vera e propria scelta di politica economica e non come misura assistenziale.
      Su questo versante sottoscrivo quanto affermato da autorevoli economisti, cioè che per sviluppare l'occupazione e recuperare competitività al sud bisogna scegliere la strada della riduzione degli oneri sociali e non quella della riduzione delle tasse.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Il recupero dei debiti maturati entro il 31 dicembre 2004 attraverso la cessione dei crediti ai sensi della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive modificazioni, relativa ai contributi previdenziali e assistenziali dei coltivatori diretti e per l'assunzione di manodopera agricola dovuti dalle aziende agricole all'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), è sospeso fino al 31 dicembre 2005.
      2. Le aziende agricole debitrici ai sensi del comma 1 entro il termine del 31 dicembre 2005 possono regolarizzare la propria posizione direttamente con l'INPS attraverso il pagamento del 20 per cento delle somme effettivamente dovute, al netto di sanzioni, interessi e benefìci non goduti ai sensi del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102.
      3. Le aziende agricole possono, ai fini della regolarizzazione prevista dal presente articolo, avvalersi dell'assistenza delle organizzazioni professionali di categoria.


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