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PDL 4374

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 4374



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

CORDONI, CARLI, CHITI, SPINI, LUCÀ, BELLINI, BOLOGNESI, BUEMI, ARMANDO COSSUTTA, GASPERONI, GRANDI, GRIGNAFFINI, GRILLINI, GUERZONI, INNOCENTI, LUSETTI, MAGNOLFI, MANZINI, RAFFAELLA MARIANI, PREDA, NICOLA ROSSI, SEDIOLI, SGOBIO, MICHELE VENTURA

I sentieri della memoria: la linea gotica

Presentata il 13 ottobre 2003


      

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Onorevoli Colleghi! - Nell'anno che sta per cominciare cadrà il sessantesimo anniversario dell'anno più doloroso, eroico e decisivo della seconda guerra mondiale.
      Un anno doloroso, perché costellato dalle ritorsioni, dalle rappresaglie e dalle stragi con le quali la Repubblica di Salò e l'occupante nazista risposero alla crescente percezione di una sconfitta ormai inevitabile; un anno eroico, perché profondamente segnato dalla Resistenza e dall'impegno congiunto degli eserciti alleati; un anno decisivo, infine, perché fu allora che in Italia, in Europa e nel mondo si crearono le premesse per la definitiva sconfitta del nazifascismo.
      Una ricorrenza importante, dunque, e una occasione da non perdere per ripercorrere con rispetto, pietà ed orgoglio tutte le tappe della nostra rinascita nazionale: un itinerario della memoria che consenta a tutti gli italiani di ritrovare le radici autentiche della nostra democrazia, nata dallo smascheramento di un regime dittatoriale, dalla tragica esperienza di una guerra che fu anche guerra civile e dal contributo di una attiva solidarietà internazionale, basata sulla comune rivendicazione del valore della libertà.
      Piero Calamandrei ha scritto che per chi voglia scoprire dove e come è stata elaborata la nostra Costituzione, i luoghi da visitare non sono gli archivi del Parlamento o gli uffici dei giuristi, ma le montagne percorse dai partigiani, le fabbriche in sciopero contro il regime e tutti
 

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i mille angoli del Paese dove crebbe sul campo la cultura democratica delle italiane e degli italiani.
      È esattamente in questo spirito che oggi si presenta la proposta di legge sui sentieri della memoria.
      Sessant'anni fa, in quei mesi ricchi di avvenimenti e di episodi di grande rilevanza storica e civile, un simbolo su tutti permette, a nostro parere, di riassumere efficacemente il senso profondo di quel particolare periodo: la linea gotica, che spezzò il Paese dal settembre 1944 all'aprile 1945.
      In primo luogo, la linea gotica fu a lungo espressione tangibile della frattura ormai insanabile tra l'Italia liberata e quella ancora oppressa dal regime nazifascista. Mentre a sud della linea si sperimentavano le prime forme di ritorno alla vita democratica, a nord le piccole Repubbliche proclamate dalle popolazioni insorte contro il regime venivano soffocate nel sangue.
      Quella linea, mobile eppure a lungo insormontabile, protetta dalle armate tedesche e dai repubblichini di Salò, era il simbolo stesso della ferita inferta al nostro Paese dall'occupazione nazista e dalla costituzione del nuovo Stato «fantoccio» che tentava di far sopravvivere il regime fascista.
      D'altra parte, gli scontri lungo la linea gotica rappresentarono la fase forse più aspra della Resistenza clandestina, irrobustita nei ranghi e sempre più spesso supportata nei modi più ingegnosi dai civili.
      La libertà apparentemente a portata di mano, la speranza e l'obiettivo di convincere gli eserciti alleati a forzare la linea nemica, la forza della disperazione di chi si trovava a vivere tutti i giorni sotto il fuoco incrociato dei due fronti, determinarono scelte di grande coraggio, che condussero alla liberazione di intere città, come Rimini e Ravenna, o al condizionamento pesante delle amministrazioni nemiche, come a Carrara; scelte coraggiose che, in ogni caso, costrinsero le forze nazifasciste ad una continua e logorante contesa, metro per metro, di terreni difficili, come quello delle montagne apuane ed appenniniche o dell'ampio e paludoso estuario del Po.
      In questa chiave, la linea gotica fu simbolo dell'eroismo ostinato di quelle italiane e di quegli italiani che non si sottrassero allo scontro con un nemico dalle forze incredibilmente preponderanti, neppure quando le strategie alleate giunsero a chiederlo esplicitamente; e fu anche simbolo del coraggio e della solidarietà della popolazione civile di quelle terre, attraversate dalla guerra e martoriate dalla fame, verso chi aveva scelto di lottare per la liberazione di tutti.
      Non è certo un caso che tanti comuni lungo questa linea possano oggi esporre con fierezza sui loro gonfaloni medaglie al valore conquistate sul campo dai sacrifici dei loro civili; o che la provincia di Massa Carrara, per prima in Italia, abbia ricevuto una medaglia al valore militare, con una motivazione che esalta proprio il carattere diffuso di una resistenza che fu militare e civile al tempo stesso, coinvolgendo fasce larghissime della popolazione.
      Attraverso i sentieri montani e le paludi compresi in quest'area, furono organizzate vie di comunicazione protette dai partigiani che permettevano il passaggio del fronte ai perseguitati, ai portaordini o semplicemente ai civili in cerca di cari o di occasioni di baratto, fra le povere risorse delle zone occupate, come il sale marino, e i prodotti agricoli delle pianure.
      Infine, la linea gotica fu purtroppo anche il tragico teatro di numerosissime stragi.
      Come in altre parti d'Italia, una prima ondata di episodi gravissimi di rappresaglia contro civili inermi caratterizzò la feroce reazione dei nazifascisti prima alla proclamazione dell'armistizio e poi alla costituzione del movimento di Liberazione, anche nelle terre che successivamente sarebbero state attraversate dalla linea gotica.
      Poi, subito prima e durante il posizionamento del fronte, quando ormai il fallito attentato ad Hitler del 20 luglio 1944 e la liberazione di Firenze (dell'11 agosto) avevano accresciuto tra i gerarchi nazisti la consapevolezza della imminente sconfitta
 

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e il loro feroce desiderio di vendetta, questo territorio conobbe la serie agghiacciante degli eccidi commessa dal 16o battaglione SS guidato da Walter Reder, che doveva concludersi infine con il massacro più grave della storia d'Italia, i 770 morti di Marzabotto.
      Sassaia, Massarosa, Massaciuccoli e Balbano ne furono le prime vittime, con 59 civili trucidati; Sant'Anna di Stazzema sopportò il massacro di centinaia di persone; ma la scia di sangue proseguì con 27 vittime, attraverso il Monte Ornato, il Monte Quiesa e Ponte del Pratale, fino a San Terenzo Monti, dove furono 107 i civili assassinati. Reder aveva capito che la forza dei partigiani si annidava tra le montagne e nei paesi che li sostenevano: così seminò 6 morti a Santa Maria a Colle, 13 a Guadine di Massa, 174 a Vinca e in altre località del comune di Fivizzano, 12 a Santa Maria del Giudice e 7 a Orto di Donna. Gli eccidi del suo battaglione si spinsero fino a Collodi, con 10 vittime, poi tornarono a martoriare la Lucchesia e Massa Carrara: fra il primo e il 16 settembre ci furono 10 morti a Osterietta di Pietrasanta, 11 a Massaciuccoli, 12 a Compignano, 33 a Montemagno, 12 a Pieve di Camaiore, 3 a San Vito, 4 a San Martino in Freddana, 8 a Viareggio, 40 a Farneta, 146 a San Leonardo sul Frigido e 72 a Bergiola Foscalina.
      Negli stessi due mesi, brigate nere e nazisti di altre formazioni si scatenarono sui civili anche a Castelnuovo Garfagnana, a Pescaglia, a Camaiore, a Camparlozzo Casoli, a Gruppa, a Nocchi di Camaiore, a Massarosa, a Querceta, a Ranocchino di Seravezza, a San Concordio e nella stessa Lucca: chi conosce queste zone può capire da questo terribile elenco di piccoli borghi quanto fu capillare e spietata l'opera di terrore diretta a spezzare la solidarietà crescente fra la popolazione e i partigiani.
      Infine, fra il settembre 1944 e l'aprile 1945, la particolarissima condizione di un territorio in cui convivevano guerra di posizione, incursioni aeree e resistenza partigiana, spinse le forze occupanti ad adottare strategie di rappresaglia particolarmente feroci, che si tradussero in uno stillicidio di stragi di cittadini inermi in molti e sperduti paesini delle Alpi apuane, degli Appennini e della Romagna.
      Valgano per tutti l'esempio di Sarsina, in provincia di Forlì, e quello della provincia di Ravenna.
      Sarsina fu punita per l'accoglienza alle avanguardie alleate: la gente del paese si era avviata a piedi, per raggiungerle sulla vicina statale; i tedeschi prima mitragliarono il paesino e poi, nei giorni seguenti, lo occuparono, trucidando 22 civili e dando fuoco a case e a botteghe.
      Nella provincia di Ravenna, gruppi di tedeschi furiosi, in ritirata, trucidarono tra la fine di settembre e i primi di ottobre 63 civili inermi.
      Furono però colpiti da rappresaglie e uccisioni indiscriminate anche Toano, in provincia di Reggio Emilia, Sassuolo, Massa Lombarda, Ponte Sul Senio, Lugo, Vecchiazzano, Sant'Anna Pelago, Pavullo, Madonna sull'Albero, Biancanigo, San Cesario sul Panaro, Ciano d'Enza, Villa Cella, Calerno, Bagno in Piano, Mirandola, Nonantola, Masone, Solarolo, San Giorgio di Piano Finale, Quarantoli, Picca di Mortizzuolo, Casaltone, Ravadese, Borghetto di Castelnuovo, Case Vecchie. In queste località trovarono complessivamente la morte per mano dei nazifascisti 622 persone, nel periodo di esistenza della linea gotica.
      Tutto ciò merita di essere ricordato, ed ogni traccia di questo passato, tanto ricco di dolore ma anche di valori civili, merita la conservazione, la valorizzazione e l'approfondimento storico.
      È questo lo scopo della proposta di legge, che ha anche l'ambizione, nel suo testo, di cogliere ed interpretare le peculiarità di una guerra che fu profondamente diversa da altre, per motivazioni, vicende e ricadute sulla storia d'Italia.
      È per questo che accanto al censimento e alla tutela delle tracce più propriamente militari dello scontro (fortificazioni, trincee, camminamenti, sentieri militari e cimeli) abbiamo voluto inserire da un lato tutto ciò che ricorda l'organizzazione civile ed armata della Resistenza e dall'altro le rappresaglie e le stragi; vogliamo che ripercorrendo
 

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fisicamente i luoghi che furono teatro di quei mesi durissimi, oggi, le italiane e gli italiani abbiano modo di incontrare i casolari e i borghi violati dalla ferocia nazifascista, i sentieri di collegamento delle formazioni partigiane e le loro basi sperdute fra i monti, le iscrizioni che ricordano i mille atti di sacrificio della gente di queste terre, ritrovando nell'aspra geografia dei luoghi della Resistenza le radici della forza della nostra democrazia.
      Per la stessa ragione, vogliamo che ogni documento pubblico o privato ed ogni testimonianza possibile di quel periodo siano raccolti, vagliati e approfonditi come meritano, senza perdite o fratture fra il momento della memoria e quello della storia: è un passaggio delicato, che dovremo saper gestire con intelligenza, rispetto e competenza se vogliamo davvero consegnare alle future generazioni i fatti e i valori di questa fase cruciale per la nascita della nostra Repubblica.
      La nostra attenzione si è rivolta però anche alla particolare natura dei territori attraversati dalla linea gotica; si tratta di una serie di paesaggi tra i più inviolati del nostro Paese, ricchi di storia, ma anche di specie animali e di varietà botaniche ormai rare.
      Abbiamo voluto perciò garantire, assieme alla fruibilità dei percorsi e dei luoghi che sopra ricordavamo, la tutela ambientale dovuta ad un'area tanto preziosa, anche indipendentemente dai fatti storici di cui fu testimone.
      D'altra parte, essa potrà serbare memoria delle vicende che l'hanno attraversata tanto più efficacemente quanto più sapremo rispettarne la natura, che allora seppe divenire insostituibile alleata delle formazioni partigiane, assicurando protezione, asilo e vantaggio a chi meglio la conosceva.
      Sappiamo che regioni, province e comuni, così come associazioni partigiane e privati, hanno in questi decenni fatto molto per salvare le tracce della linea gotica e le memorie della Resistenza e delle stragi.
      Proprio da chi ha più lavorato in questa direzione, viene però oggi una accorata richiesta allo Stato di risorse e di coordinamento.
      Non sarebbe giusta né rispettosa del ruolo cruciale delle vicende che si svolsero lungo la linea gotica una sottrazione della Repubblica alle sue responsabilità di tutela e di valorizzazione delle loro vestigia; inoltre, il modo migliore per rendere grazie agli sforzi locali finora compiuti è senz'altro quello di offrire in cambio l'impegno dello Stato per superarne l'inevitabile frammentarietà.
      Ormai, tutte le nuove iniziative promosse dai soggetti istituzionali più diversi propongono simboli, scelte e temi di respiro nazionale, nella consapevolezza del bisogno di ricostruire eventi e ricordi in un quadro di senso unitario, capace di consegnare alle future generazioni il significato profondo e universale di ciascuna esperienza di guerra: per citare soltanto le proposte di legge che meglio conosciamo, perché nate entrambe all'interno del collegio elettorale della prima firmataria della presente proposta di legge, è questo il caso della proposta di legge sulla istituzione del Parco della Memoria del Frigido, già depositata e a prima firma della medesima, così come dell'intenzione di realizzare un Museo multimediale, avanzata dalle amministrazioni locali e dalle associazioni partigiane di Massa Carrara.
      Entrambe le iniziative prendono le mosse da una stessa strage insensata, che coinvolse 146 persone che provenivano da tutta Italia: civili che non avevano ubbidito agli ordini di sfollamento delle città; frati che avevano accolto disertori nella loro certosa; soldati dell'esercito italiano che non avevano voluto unirsi alle truppe tedesche o repubblichine; gente semplice, rinchiusa nelle prigioni del Castello Malaspina per violazioni minori. Entrambe però si propongono di fare di quell'evento il paradigma di quella «guerra ai civili» che costituì la più tragica delle innovazioni introdotte dal nazifascismo, e che è stata riprodotta purtroppo in molte delle guerre insensate di questo secolo.
      Per fare questo in modo efficace è necessario però un quadro di riferimento e di coordinamento unitario, che solo la
 

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Repubblica, figlia e custode dei valori che ciascuno di quei tragici luoghi della memoria testimonia, ha il dovere e la possibilità di garantire.
      Consideriamo tuttavia irrinunciabile il coinvolgimento delle associazioni partigiane, combattentistiche e d'arma e della società civile rappresentata nelle associazioni culturali e di volontariato no profit, così come riteniamo doveroso il riconoscimento delle competenze regionali, nel rispetto del titolo V della parte seconda della Costituzione e del notevole impegno finora profuso, in assoluta coerenza con le finalità o con gli obiettivi della presente proposta di legge.
      Tali competenze riguardano in modo particolare ogni intervento diretto sul territorio, di tutela, conservazione e valorizzazione storica ed ambientale, ivi compresa la disciplina dell'accoglienza dei visitatori e delle eventuali attività ricettive.
      Il ruolo che intendiamo affidare alla Repubblica nella sua interezza è dunque un ruolo di valorizzazione, promozione e coordinamento della riflessione e della ricerca storica sulla seconda guerra mondiale, sulla Resistenza e sulle vittime civili della violenza nazifascista, sostenendo tutte le iniziative di adeguato spessore scientifico e culturale che si propongono di favorire la conservazione e la trasmissione della memoria di quel periodo cruciale della nostra storia nazionale.
      Per fare ciò riteniamo opportuna anche un'adeguata previsione di risorse, che consenta il concreto avvio delle iniziative coerenti con le finalità della legge.
      Il concorso anche economico dello Stato favorirà inoltre il cofinanziamento comunitario dei progetti più ambiziosi: non sono poche infatti in Europa le iniziative di valorizzazione storica coerenti con l'impianto della proposta di legge.
      Tutto questo non può non confermare il valore strategico di ogni sforzo per la conservazione e la trasmissione della memoria d'Europa e confortare nella speranza di una larga intesa sull'opportunità e l'urgenza dell'esame della proposta di legge, che intende operare per il consolidamento e la valorizzazione delle più autentiche origini della nostra Repubblica.
      Affidiamo dunque a tutte le colleghe e a tutti i colleghi il nostro auspicio di una rapida approvazione della proposta di legge.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Princìpi e obiettivi).

      1. La Repubblica riconosce il valore storico e culturale delle vestigia dello scontro che oppose fra il settembre 1944 e l'aprile 1945 le truppe nazifasciste alle forze partigiane e agli alleati lungo la cosiddetta «linea gotica» che, attraverso le Alpi apuane e l'Appennino tosco-emiliano, univa le coste tirreniche all'Adriatico da Massa Carrara a Rimini e che costituì il confine fra l'Italia liberata e il territorio della Repubblica di Salò occupato dall'esercito tedesco.
      2. La Repubblica promuove, in particolare nella ricorrenza delle stragi e dei principali eventi storici verificatisi nel territorio attraversato dalla linea gotica, la riflessione e la ricerca storica sulla seconda guerra mondiale, sulla Resistenza, sulle vittime civili della violenza nazifascista e sulla nuova cultura di pace nata da quegli eventi, adoperandosi per coordinare e per sostenere tutte le iniziative di adeguato spessore scientifico e culturale finalizzate a favorire la conservazione e la trasmissione della memoria del periodo di cui al comma 1.
      3. Lo Stato e le regioni Toscana, Emilia Romagna e Marche, nell'ambito delle rispettive competenze, promuovono la ricognizione, la catalogazione, la manutenzione, il restauro, la gestione e la valorizzazione delle vestigia relative alle parti del secondo conflitto mondiale e in particolare di:

          a) fortificazioni permanenti ed altri edifici e manufatti militari;

          b) fortificazioni campali, trincee, gallerie, camminamenti, strade e sentieri militari;

          c) cippi, monumenti, stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni e tabernacoli;

 

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          d) reperti mobili e cimeli;

          e) archivi documentali e fotografici, pubblici e privati;

          f) ogni altro residuato avente diretta relazione con le operazioni belliche e della Resistenza.

      4. Per le finalità di cui al comma 2, lo Stato e le regioni possono avvalersi di associazioni partigiane, combattentistiche e d'arma, degli istituti storici della Resistenza, delle università e di associazioni culturali e di organizzazioni di volontariato senza scopi di lucro.
      5. Lo Stato e le regioni Toscana, Emilia Romagna e Marche, nell'ambito delle rispettive competenze, promuovono e tutelano la costituzione di istituzioni museali nel territorio attraversato dalla linea gotica, finalizzate sia a testimoniare le stragi e i principali eventi storici ivi verificatisi, sia a valorizzare la riflessione e la ricerca storica sulla seconda guerra mondiale, sulla Resistenza, sulle vittime civili della violenza nazifascista e sulla nuova cultura di pace nata da quegli eventi.
      6. Lo Stato e le regioni Toscana, Emilia Romagna e Marche, nell'ambito delle rispettive competenze, promuovono la valorizzazione e la segnalazione con apposita cartellonistica della linea del fronte nelle sue diverse articolazioni e dislocazioni, ricostruendone la storia dall'atto della sua costituzione fino al suo sfondamento da parte delle Forze alleate e delle formazioni partigiane.
      7. Lo Stato e le regioni Toscana, Emilia Romagna e Marche, nell'ambito delle rispettive competenze, promuovono la valorizzazione e la segnalazione con apposita cartellonistica dei luoghi e dei percorsi della lotta partigiana e della Resistenza della popolazione all'occupazione, tenuto conto che i medesimi luoghi e percorsi protetti dai partigiani consentirono gli spostamenti delle formazioni della Resistenza e l'attraversamento del fronte ai perseguitati politici e ai civili in fuga per la sopravvivenza.
      8. Lo Stato e le regioni Toscana, Emilia Romagna e Marche, consapevoli dei valori

 

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naturalistici, paesaggistici e ambientali dei territori attraversati dalla linea gotica, nell'ambito delle rispettive competenze, promuovono altresì la tutela e la valorizzazione del patrimonio boschivo, della fauna e della flora presenti nell'area e favoriscono le attività di ricezione e di ospitalità compatibili con le peculiarità naturali e culturali del territorio.
      9. Gli interventi di alterazione delle caratteristiche materiali e storiche delle vestigia di cui al comma 3 sono vietati.
      10. Alle vestigia di cui al comma 3, lettera c), del presente articolo si applica l'articolo 51 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, di cui al decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, di seguito denominato «testo unico».

Art. 2.
(Strumenti di organizzazione, di gestione e di fruizione).

      1. Possono provvedere direttamente agli interventi di ricognizione, catalogazione, manutenzione, restauro, gestione e valorizzazione delle cose di cui all'articolo 1, in conformità alla presente legge e alle leggi regionali:

          a) i comuni, le province, gli enti parco, gli altri enti pubblici e i loro consorzi;

          b) le regioni Toscana, Emilia Romagna e Marche;

          c) lo Stato.

      2. L'autorizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali per gli interventi previsti all'articolo 1 è obbligatoria in caso di luoghi o vestigia assoggettati alla tutela di cui al titolo I del testo unico, e successive modificazioni. Restano tuttavia ferme le facoltà di cui all'articolo 28, comma 2, del medesimo testo unico e le competenze in materia di tutela paesistica stabilite dalla legislazione vigente.
      3. I soggetti di cui al comma 1 del presente articolo, nel definire la gestione e

 

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la fruizione dei percorsi di cui all'articolo 1, commi 6 e 7, qualora intendano provvedere ad interventi di manutenzione, restauro, gestione e valorizzazione dei luoghi e delle vestigia di cui al medesimo articolo 1, devono darne comunicazione, corredata dal relativo progetto esecutivo e dall'atto di assenso del titolare del bene interessato, almeno due mesi prima dell'inizio delle opere, alla soprintendenza regionale competente per territorio.
      4. Lo Stato e le regioni Toscana, Emilia Romagna e Marche, nel definire la costituzione e la gestione delle istituzioni museali di cui all'articolo 1, comma 5, possono altresì prevedere i seguenti strumenti:

          a) l'istituzione di un comitato di gestione unificato;

          b) l'adesione volontaria ad un progetto museale in rete, capace di valorizzare la visione di insieme di ciò che fu la linea gotica;

          c) la predisposizione di guide e di materiali illustrativi, divulgativi e promozionali unificati.

      5. Lo Stato e le regioni Toscana, Emilia Romagna e Marche, nel definire la gestione e la fruizione dei percorsi di cui all'articolo 1, commi 6 e 7, possono, altresì, prevedere i seguenti strumenti:

          a) l'istituzione di un comitato di gestione unificato;

          b) la realizzazione di un sistema di segnaletica concordato con gli enti territorialmente competenti;

          c) la predisposizione di guide e di materiali illustrativi, divulgativi e promozionali unificati.

Art. 3.
(Sanzioni).

      1. Chiunque esegue interventi di modifica, di restauro o di manutenzione delle vestigia di cui all'articolo 1, comma 3,

 

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lettere a), b), c), ed e), senza provvedere a dare la relativa comunicazione prevista all'articolo 2, comma 3, è punito, salvo che il fatto costituisca reato, con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 euro a 25.000 euro.
      2. Qualora dagli interventi di cui al comma 1 derivi la perdita o il danneggiamento irreparabile delle vestigia ovvero in caso di esecuzione di interventi di alterazione delle loro caratteristiche materiali o storiche si applica, salvo che il fatto costituisca più grave reato, la pena dell'arresto da sei mesi a un anno e dell'ammenda da 500 euro a 25.000 euro.

Art. 4.
(Copertura finanziaria).

      1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari complessivamente a 100.000 euro per ciascuno degli anni 2004, 2005 e 2006, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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