Frontespizio Relazione Progetto di Legge

Nascondi n. pagina

Stampa

PDL 4620

XIV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 4620



 

Pag. 1

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

CARLI, VIOLANTE, FASSINO, CASTAGNETTI, ARMANDO COSSUTTA, PECORARO SCANIO, BUEMI, RUSSO SPENA, ABBONDANZIERI, AMICI, ANGIONI, ANNUNZIATA, BATTAGLIA, BELLILLO, BELLINI, BENVENUTO, BIELLI, BIMBI, BOGI, BONITO, BOVA, BUFFO, BUGLIO, BURTONE, CALZOLAIO, CAMO, CAPITELLI, CARBONI, CENNAMO, CENTO, CHIANALE, CHITI, CIALENTE, CIMA, CORDONI, MAURA COSSUTTA, CRISCI, DE BRASI, TITTI DE SIMONE, DI SERIO D'ANTONA, DIANA, DUCA, FANFANI, FILIPPESCHI, FRANCI, GASPERONI, GIACCO, GIULIETTI, GRANDI, GRIGNAFFINI, GRILLINI, INNOCENTI, LABATE, SANTINO ADAMO LODDO, LOIERO, LUCÀ, MAGNOLFI, MANTINI, RAFFAELLA MARIANI, MARTELLA, MAURANDI, MAZZARELLO, MOTTA, NANNICINI, NESI, OLIVIERI, OTTONE, PIGLIONICA, PINOTTI, PISTONE, PREDA, QUARTIANI, RAVA, REALACCI, ROTUNDO, RUGGERI, RUGGHIA, RUSCONI, RUZZANTE, SANDI, SASSO, SCIACCA, SEDIOLI, SERENI, SODA, SPINI, SQUEGLIA, STRAMACCIONI, TOLOTTI, TRUPIA, VALPIANA, VIANELLO, VIGNI, VILLARI, ZANOTTI, ZUNINO

Istituzione dell'Archivio nazionale
della memoria dei crimini nazifascisti

Presentata il 20 gennaio 2004


      

torna su
Onorevoli Colleghi! - Nei mesi che intercorsero tra la firma dell'armistizio con gli angloamericani, annunciato l'8 settembre 1943, e la Liberazione della primavera 1945, il nostro Paese ha conosciuto un periodo di grande sofferenza segnato da numerosi eccidi, stragi, crimini, abusi per mani del nemico nazifascista. Una lunga scia di sangue che accompagnò le truppe tedesche e l'alleato della Repubblica sociale italiana nella lentissima ritirata da sud a nord: da Castellaneta, in
 

Pag. 2

provincia di Taranto, a Bolzano, passando per luoghi che oggi sono simboli della sofferenza e che è necessario trasformare in luoghi della memoria e del ricordo delle vittime, in special modo quelle civili, che furono loro malgrado coinvolte negli orrori della guerra e sul cui ricordo si fondano oggi il nostro Stato democratico e la nostra necessità di non dimenticare, come monito per il futuro. Un elenco di tutti i crimini compiuti dai nazifascisti non esiste ancora: è una «geografia del dolore» che parte dalla Sicilia e raggiunge il nord, nessuna regione esclusa. A partire dal 18 agosto quando, a Castiglione di Sicilia (Catania), l'armistizio non è stato dichiarato, le truppe tedesche, inseguite dagli americani, entrano nel paese e sparano sulla gente che incontrano, provocando 16 morti. Ed ancora Boves in Piemonte, teatro della prima strage nazifascista il 19 settembre 1943 che causa 45 morti ed ancora a Boves tra il 31 dicembre ed il 3 gennaio 1944 quando vennero trucidati 157 giovani. Tra il 16 e il 24 settembre ad essere colpita fu Rionero in Vulture (Potenza) con la morte di 17 contadini, il 2-3 ottobre Acerra (Napoli) 87 persone uccise, il 6 ottobre Bellona (Caserta) dove 54 abitanti, tra cui 6 sacerdoti, furono portati in una cava di pietra e qui uccisi a raffiche di mitra. Il 13 ottobre del 1943, in un casolare di Caiazzo, vennero uccise 22 persone; a Pietransieri (L'Aquila), un piccolo paese dell'Abruzzo di pastori e di contadini, i morti furono 128 di cui 60 donne, 38 bambini e il resto vecchi ed invalidi. Il 10 marzo a Monchio (Modena) paracadutisti della divisione di SS «Herman Goering» massacrarono nei modi più inauditi, spesso a colpi di baionetta, 130 civili. E quindi il famoso episodio delle Fosse ardeatine a Roma, 335 morti, il 24 marzo 1944. E poi la strage della Benedicta (147 fucilati fra il 6 e l'11 aprile 1944), quella di Gubbio (Perugia) del 22 aprile dove reparti di truppe tedesche massacrarono 40 ostaggi a raffiche di mitra, dopo averli costretti a scavarsi la fossa. Ed ancora i morti del passo del Turchino (59 fucilati il 19 maggio 1944), di Capistrello il 14 giugno 1944 (33 morti). Il 29 giugno 1944 a Civitella in Val di Chiana (Arezzo) reparti di SS naziste, ai quali si erano aggregati gruppi di repubblichini, circondarono il paese ed imbracciate le armi iniziarono la caccia all'uomo: 189 morti. Il 4 luglio a Castelnuovo dei Sabbioni (frazione di Cavriglia - Arezzo) si contarono ben 184 morti. Il 12 agosto 1944 la furia nazifascista si scatenò su Sant'Anna di Stazzema, oggi sede del Parco nazionale della pace: nella mattinata di quell'infausto giorno caddero sotto la furia nazifascista 560 morti tra donne, anziani e bambini, la più giovane aveva appena venti giorni. Nella stessa giornata vi fu la strage delle Mulina di Stazzema, la fucilazione di 14 uomini al Mulino rosso a Valdicastello. Per giungere a Marzabotto dove, dal 29 settembre al 18 ottobre 1944, i morti trucidati furono ben 1.830. Il 23 agosto fu la volta del Padule di Fucecchio (Pistoia) dove truppe tedesche in ritirata trucidarono 178 persone. Ed ancora Fivizzano (Massa Carrara) che vide più volte colpito il suo territorio il 19 agosto con le 53 vittime di Bardine di San Terenzio, i 110 morti di Valla quello stesso giorno, i 175 morti di Vinca il 24 agosto 1944. Ed ancora i 27 morti di Forno di Massa del 13 giugno 1944, le 147 vittime della strage delle Fosse del frigido del 15 settembre 1944.
      È un elenco purtroppo molto parziale degli orrori che dovette subire la popolazione d'Italia e che non tiene conto, inoltre, degli episodi di privazione, tortura, sacrificio, terrore, dei rastrellamenti che gettarono nello sconforto il Paese dalla firma dell'armistizio fino alla avvenuta liberazione. A pagare le conseguenze più tremende della decisione tedesca di tagliare i ponti tra il movimento della Resistenza e la popolazione civile, fu quest'ultima che spesso fuggiva dalla guerra in località considerate sicure ai margini degli scontri. L'ordine del maresciallo Kesselring di fare terra bruciata attorno alle organizzazioni partigiane è stato eseguito in maniera puntuale e spietata: da qui le stragi, gli eccidi, le esecuzioni sommarie a scopo dimostrativo, le violenze, i saccheggi, gli incendi, i furti non si contarono. Pagarono i più deboli, le
 

Pag. 3

donne fuggite con i figli dagli orrori della guerra, i bambini, i ragazzi, i vecchi. Una recente corrente storiografica di cui fanno parte eminenti storici di alcune delle più prestigiose università italiane parla addirittura di una vera e propria «guerra ai civili» parallela agli scontri tra nazifascisti ed eserciti «alleati» e tra nazifascisti e movimento della Resistenza. Questa guerra ai civili pianificata per terrorizzare e rompere i legami tra il territorio e gli eserciti alleati e le formazioni resistenti, fece registrare oltre 400 stragi (con un minimo di 8 morti): alla fine, il bilancio fu di circa 15.000 vittime. Gli episodi di violenza, le uccisioni singole, nessuno è mai stato in grado di quantificarli, né di fornirne una precisa mappa.
      Lo scopo della presente proposta di legge è di riempire il vuoto storico di memoria che si è creato a seguito della guerra: un vuoto dovuto, va detto, anche all'opera di insabbiamento dei processi e all'occultamento dei fascicoli che contenevano le denunce e i risultati delle prime indagini compiute dalle autorità alleate e italiane. Tutte le denunce, inserite ciascuna in un fascicolo, furono raccolte presso la sede della Procura generale militare a Palazzo Cesi a Roma ed invece che essere inviate alle procure competenti per iniziare l'iter giudiziario, furono indebitamente trattenute e quindi occultate-archiviate provvisoriamente fino al 1994. Ciò ha impedito che la verità giudiziaria potesse accompagnarsi alla verità storica, ma non ha però sopito il bisogno di verità e la sete di giustizia delle comunità in cui furono perpetrati questi orrendi massacri. Le lapidi, i racconti, i terribili ricordi dei sopravvissuti e dei familiari, una vasta letteratura hanno trasformato quegli eventi luttuosi in eventi caratterizzanti delle diverse realtà locali che ciascuna comunità sente propri. Sono centinaia ogni anno le celebrazioni in memoria delle stragi e nel corso degli anni i diversi Presidenti della Repubblica hanno reso via via omaggio nei luoghi maggiormente significativi delle diverse stragi. Il Presidente Ciampi ha omaggiato i morti di Sant'Anna di Stazzema, Boves, Marzabotto, Caiazzo, Padule di Fucecchio e di altre località che hanno pagato con un duro prezzo in termini di privazioni, di stenti e di vite umane, la loro scelta di combattere, ma anche quella di fuggire dalla guerra, come nel caso di molte delle vittime civili. A fatica e con le difficoltà dovute ai molti anni trascorsi i processi sono iniziati: ciò è importante non tanto per le pene che verranno eventualmente inflitte a persone che hanno superato oggi gli ottant'anni di età, ma come testimonianza per coloro che dopo di noi dovranno mantenere i ricordi di quello che è stato. Ed è importante perché i responsabili di questi atroci crimini, crimini contro l'umanità, sappiano che si tratta di reati senza prescrizione e che prima o poi dovranno rispondere delle loro malefatte.
      La memoria di quelle violenze è una memoria fondativa di molte comunità che attorno ai loro morti si sono strette e hanno ricominciato in quei luoghi la loro esistenza dopo la Liberazione e la fine della guerra. Si tratta pur sempre di una memoria parziale, a livello locale. La presente proposta di legge intende istituire un luogo di raccolta del materiale storico, delle pubblicazioni, dei cimeli delle diverse stragi e crimini compiuti dai nazifascisti nella loro risalita verso nord. Ma anche degli atti giudiziari dei processi: alcuni di questi hanno avuto corso a distanza di pochi anni dagli eventi, Marzabotto, il processo di Padova contro Max Simon, le Fosse ardeatine, per le quali si giunse alla condanna di Hass e di Kappler e successivamente, nel 1995, di Priebke. Altri processi sono in corso di svolgimento e sono stati riaperti in seguito alla scoperta del cosiddetto «armadio della vergogna». Tutto questo materiale giudiziario deve essere raccolto, catalogato e conservato nell'Archivio nazionale della memoria dei crimini nazifascisti, istituito dalla presente proposta di legge. La sede dell'Archivio nazionale dovrà essere un luogo altamente simbolico, quale è il Parco nazionale della pace istituito dalla legge 11 dicembre 2000, n. 381, a Sant'Anna di Stazzema come luogo di promozione di una cultura di pace e di dialogo tra i popoli. L'Archivio
 

Pag. 4

vuole essere luogo di raccolta della memoria dei crimini nazifascisti e luogo di studio e conservazione di documenti inerenti a questo tema. Di particolare rilievo riteniamo sia la raccolta di tutte le testimonianze dei sopravvissuti e dei loro familiari, che costituiscono un patrimonio di conoscenza che altrimenti tra alcuni anni andrà perduto.
      Quando noi non ci saremo più vi sarà comunque un luogo che testimonierà l'ampiezza di questo fenomeno che seminò morte e dolore in tutta Italia.
      L'articolo 1 istituisce a Sant'Anna di Stazzema presso il Parco nazionale della pace l'Archivio nazionale della memoria dei crimini nazifascisti, quale luogo simbolico per conservare nella memoria della nazione le drammatiche vicende degli orribili crimini che furono perpetrati dai nazifascisti sul territorio italiano tra il settembre 1943 e l'aprile 1945. Un Archivio che è strutturato in una sede principale, prevista al comma 1, e in articolazioni situate in località del territorio nazionale in cui vi sono testimonianze di crimini compiuti dai nazifascisti. Si stabilisce che possono entrare a far parte dell'Archivio altre strutture di proprietà pubblica e privata che raccolgono testimonianze e materiali relativi ai crimini commessi dai nazifascisti sul territorio italiano. È compito dell'Archivio promuovere l'ampliamento della rete delle strutture museali e del sistema su tutto il territorio nazionale al fine di una maggiore conoscenza e memoria dei crimini nazifascisti commessi in Italia. Lo Stato, la regione Toscana e le altre regioni sedi delle località interessate in conformità alle disposizioni costituzionali vigenti in materia, stabiliscono le forme e le modalità di tutela, di valorizzazione e di fruizione del patrimonio culturale dell' Archivio.
      L'articolo 2 definisce le finalità dell'Archivio che sono quelle di tutelare, conservare, raccogliere, valorizzare e favorire la fruizione delle testimonianze documentali che fanno riferimento alla memoria dei crimini nazifascisti. Il materiale è selezionato da un'apposita commissione. Viene definito, inoltre, quali siano i tipi di materiali raccolti nell'Archivio. Si stabilisce, inoltre, che l'Archivio si faccia promotore di un progetto scientifico di raccolta di tutte le testimonianze dei sopravvissuti alle stragi e di altre persone che hanno avuto conoscenza dei fatti. Si stabilisce, altresì, che l'Archivio si faccia promotore di un progetto didattico sul tema della memoria rivolto agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e stabilisca un rapporto di collaborazione con analoghe strutture dedicate al ricordo e alla memoria dei crimini contro l'umanità.
      L'articolo 3 definisce le modalità di gestione dell'Archivio, che è affidata ad una apposita Fondazione: ne fanno parte di diritto rappresentanti dello Stato, della regione Toscana, della provincia di Lucca, del comune di Stazzema, del Comitato per la giustizia e la verità sulle stragi nazifasciste. Per la catalogazione del materiale la Fondazione si avvale delle competenti strutture del Ministero per i beni e le attività culturali. Per lo studio e la valorizzazione dei materiali è prevista la possibilità di avvalersi della collaborazione di istituzioni scientifiche, in particolare del Dipartimento di storia contemporanea dell'università degli studi di Pisa.
      L'articolo 4 stabilisce che l'Archivio si faccia promotore di un progetto scientifico che prevede la partecipazione degli enti pubblici, dello Stato, delle regioni, delle province, dei comuni e delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, nonché di associazioni per una catalogazione sistematica di tutti i crimini perpetrati dai nazifascisti in Italia. In tali luoghi è prevista l'apposizione di una lapide o di un altro manufatto creando un «percorso della memoria dei crimini nazifascisti».
      L'articolo 5 prevede all'interno dell'Archivio la costituzione di un centro multimediale dei crimini nazifascisti che reca una mappa multimediale di tutti i luoghi e raccoglie materiali audiovisivi, su qualsiasi supporto, sul tema dei crimini nazifascisti.
      L'articolo 6 prevede la copertura finanziaria della legge.
 

Pag. 5


torna su
PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Istituzione dell'Archivio nazionale
della memoria dei crimini nazifascisti).

      1. È istituito a Sant'Anna di Stazzema presso il Parco nazionale della pace di cui alla legge 11 dicembre 2000, n. 381, l'Archivio nazionale della memoria dei crimini nazifascisti, di seguito denominato «Archivio», quale luogo simbolico per conservare nella memoria della nazione le drammatiche vicende degli orribili crimini perpetrati dai nazifascisti sul territorio italiano tra il settembre 1943 e l'aprile 1945.
      2. Il progetto per la realizzazione della sede dell'Archivio, elaborato e proposto dalla Fondazione di cui al comma 1 dell'articolo 3, è approvato dal comune di Stazzema, di intesa con gli organi competenti del Parco nazionale della pace.
      3. L'Archivio è strutturato nella sede principale di cui al comma 1 e in articolazioni situate in località del territorio nazionale in cui vi sono testimonianze di crimini compiuti dai nazifascisti.
      4. Possono entrare a far parte dell'Archivio, previo assenso della Fondazione di cui al comma 1 dell'articolo 3, altre strutture di proprietà pubblica e privata che raccolgono testimonianze e materiali relativi ai crimini commessi dai nazifascisti sul territorio italiano.
      5. È compito dell'Archivio promuovere l'ampliamento della rete delle strutture museali e del sistema sul territorio nazionale al fine di una maggiore conoscenza e memoria dei crimini nazifascisti commessi in Italia.
      6. Lo Stato, la regione Toscana e le altre regioni sedi delle località di cui al comma 3, in conformità alle disposizioni costituzionali vigenti in materia, stabiliscono le forme e le modalità di tutela, di valorizzazione e di fruizione del patrimonio culturale dell'Archivio.

 

Pag. 6


Art. 2.
(Finalià dell'Archivio).

      1. L'Archivio ha lo scopo di tutelare, conservare, raccogliere, valorizzare e favorire la fruizione delle testimonianze documentali che fanno riferimento alla memoria dei crimini nazifascisti. Un'apposita commissione scientifica, nominata dalla Fondazione di cui al comma 1 dell'articolo 3, provvede alla selezione del materiale che entra far parte della sede centrale dell'Archivio.
      2. L'Archivio raccoglie e conserva, in particolare, i seguenti documenti:

          a) gli atti processuali relativi ai crimini nazifascisti;

          b) gli atti parlamentari, i progetti di legge, le leggi, i documenti di sindacato ispettivo ed ogni altro atto relativo ai crimini nazifascisti;

          c) gli atti di enti pubblici, di regioni, di province, di comuni e di ogni altro ente locale relativi ai crimini nazifascisti;

          d) gli atti del Governo centrale relativi ai crimini nazifascisti;

          e) le pubblicazioni di carattere scientifico e divulgativo ed ogni altra pubblicazione relativa ai crimini nazifascisti;

          f) i film, le cartografie, le testimonianze su qualsiasi supporto, le testimonianze letterarie e storico-artistiche relativi ai crimini nazifascisti;

          g) gli studi e le ricerche universitarie e di altre istituzioni culturali relativi ai crimini nazifascisti.

      3. L'Archivio si fa promotore di un progetto scientifico di raccolta di tutte le testimonianze dei sopravvissuti alle stragi perpetrate dai nazifascisti e di ogni altro soggetto a conoscenza di tali fatti.
      4. L'Archivio si fa promotore di un progetto didattico sul tema della memoria rivolto agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.

 

Pag. 7


      5. L'Archivio, previa deliberazione della Fondazione di cui al comma 1 dell'articolo 3, collabora con altre istituzioni museali o di conservazione di documenti e di testimonianze sul tema dei crimini contro l'umanità, utilizzando anche strumenti di collegamento informatici e telematici.

Art. 3.
(Gestione dell'Archivio).

      1. Alla gestione dell'Archivio provvede una apposita Fondazione costituita ai sensi del regolamento di cui al decreto del Ministro per i beni e le attività culturali 27 novembre 2001, n. 491, posta sotto la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali.
      2. Fanno parte di diritto della Fondazione rappresentanti dello Stato, della regione Toscana, della provincia di Lucca, del comune di Stazzema e del Comitato per la giustizia e la verità sulle stragi nazifasciste.
      3. Su proposta della Fondazione e previo assenso degli enti interessati, la stessa può avvalersi della collaborazione di altri enti pubblici, fondazioni, associazioni, istituzioni culturali impegnati nella difesa della memoria dei crimini nazifascisti.
      4. La catalogazione del materiale e di ogni documento e testimonianza che entrano a far parte dell'Archivio è svolta dalla Fondazione che si avvale del supporto delle competenti strutture centrali e periferiche del Ministero per i beni e le attività culturali.
      5. Per lo studio e la valorizzazione dei materiali e per ogni altra collaborazione di carattere scientifico, la Fondazione può avvalersi di istituzioni scientifiche e di ricerca, e in particolare del Dipartimento di storia contemporanea dell'università degli studi di Pisa.

Art. 4.
(Percorso della memoria
dei crimini nazifascisti).

      1. L'Archivio si fa promotore, in collaborazione con le strutture centrali e periferiche

 

Pag. 8

del Ministero per i beni e le attività culturali, le soprintendenze, gli archivi storici dello Stato, le biblioteche statali, le università nonché le regioni, la comunità scientifica e gli enti locali, di un progetto storico e scientifico per l'individuazione dei luoghi che sono stati teatro di crimini, eccidi, massacri e uccisioni, singole o plurime, e dei luoghi di tortura e di concentramento.
      2. All'interno del progetto di cui al comma 1 è istituito un «percorso della memoria dei crimini nazifascisti», che collega i luoghi di cui al medesimo comma 1 attraverso l'apposizione in ciascun sito di una lapide o di un altro manufatto recante il riferimento agli orrori perpetrati.

Art. 5.
(Centro multimediale
dei crimini nazifascisti).

      1. È costituito, all'interno dell'Archivio, un centro multimediale che reca una mappa multimediale ed ipertestuale che evidenzia le località del «percorso della memoria» di cui all'articolo 4, comma 2, e raccoglie materiali audiovisivi, su qualsiasi supporto, sul tema dei crimini nazifascisti.

Art. 6.
(Copertura finanziaria).

      1. È autorizzata la spesa di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2004, 2005 e 2006 per l'istituzione dell'Archivio, nonché la spesa di 1 milione di euro annui, a decorrere dal 2004, quale contributo per le spese di funzionamento dell'Archivio stesso.
      2. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge si provvede, quanto a 3 milioni di euro annui per il triennio 2004-2006 per l'istituzione dell'Archivio, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità

 

Pag. 9

previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero; quanto a 1 milione di euro annui a decorrere dall'anno 2004 per gli oneri di funzionamento dell'Archivio, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
      3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
        


Frontespizio Relazione Progetto di Legge
torna su