VII Commissione - Mercoledì 11 giugno 2003


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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02024 Colasio: Recupero del Castello Carrarese di Padova.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito a quanto esposto dall'Onorevole interrogante inerente l'andamento della consegna del Castello Carrarese a questo Ministero, si fa presente che a tutt'oggi la procedura di dismissione dell'immobile da parte del Ministero della giustizia - Dipartimento amministrazione penitenziaria - non risulta ancora compiutamente formalizzata, né questa Amministrazione è a conoscenza di eventuali ragioni ostative alla sua definizione.
Per quanto riguarda l'attività svolta da questo Dicastero, sulla base di quanto segnalato dal Direttore Generale competente si fa presente che in data 31 maggio 2003, è stato effettuato un sopralluogo presso l'immobile da parte dei rappresentanti locali di questa amministrazione, dal Sindaco di Padova, dal Direttore dell'Agenzia del Demanio di Venezia, dal Presidente della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Dal sopralluogo è emerso che le condizioni di conservazione dell'immobile sono ulteriormente peggiorate, per cui appare indifferibile un intervento di messa in sicurezza dello stesso.
Si rappresenta, altresì, che la Cassa di Risparmio in tale occasione ha confermato la disponibilità a stanziare un importo di 1 milione e 230 mila euro al fine di eseguire detti interventi.
Si rende noto infine che in data odierna il Capo di Gabinetto di questo Ministero ha formalmente interpellato il Capo di Gabinetto del Ministero della giustizia in ordine ai tempi della procedura di dismissione del Castello.
Sarà cura di questo Dicastero far conoscere il contenuto della risposta.


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02074 Chiaromonte ed altri: Utilizzo del Consiglio nazionale per i beni culturali al fine di valutare i beni di valore storico gestiti dalla «Patrimonio Spa».

TESTO DELLA RISPOSTA

In ordine alle richieste degli Onorevoli interroganti relative ad un avviso di gara per la selezione di una società di gestione del risparmio cui affidare l'incarico di gestire un fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso e all'intenzione, da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, di istituire un tavolo tecnico per la compilazione di una lista di apporti possibili al suddetto fondo immobiliare si prende atto di quanto segnalato.
Al riguardo si rileva che, anche sulla base di quanto comunicato dalla Direzione Generale competente non risultano finora pervenuti atti ufficiali concernenti i fatti sopra esposti.
Ovviamente, qualora la corrispondenza ipotizzata dall'interrogante dovesse concretizzarsi in atti formali, questa Amministrazione valuterà, in base a quanto richiesto, le modalità più idonee - non escluso, se del caso, il ricorso al parere del Consiglio nazionale per i beni culturali e ambientali - al fine di garantire la tutela e la valorizzazione dei beni di propria competenza.


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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02075 Rodeghiero e Bianchi Clerici: Criteri per la definizione dei cimeli di carattere storico e documentario relativamente all'applicazione della legge n. 78 del 2001.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento alle questioni poste dall'Onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue:
a) come gli stessi interroganti rilevano, il Comitato tecnico scientifico, istituito ai sensi dell'articolo 4, comma 2, della legge 78 del 2001, ha provveduto ad elaborare criteri per la «ricognizione, catalogazione, manutenzione, restauro, gestione, valorizzazione delle cose di cui all'articolo 1 della legge n. 78 del 2001».
In tal modo il Comitato ha dato indicazioni per l'attività di conoscenza e di conservazione del patrimonio storico della Prima guerra mondiale, attività assolutamente propedeutica ad ogni ulteriore ricerca finalizzata all'individuazione del grado di interesse storico ed artistico dei cimeli della Prima guerra mondiale, ricerca che in ogni caso può essere effettuata sulla base dei criteri già puntualmente indicati agli articoli 6 e 7 del vigente Testo unico in materia di beni culturali ai fini della emanazione del cosiddetto provvedimento di dichiarazione;
b) l'obbligo di presentare alle competenti Soprintendenze un progetto di restauro per la conservazione dei cimeli e delle collezioni, lamentato dagli interroganti in quanto causa di «un notevole investimento di tempo e denaro», è in realtà fissato in due ipotesi: nella prima fattispecie, esso riguarda i beni della Prima guerra mondiale già oggetto di dichiarazione, per i quali l'obbligo di un preventivo progetto, ai fini di un loro restauro, è già stabilito dagli articoli 21 e seguenti dell'attuale Testo unico; nella seconda fattispecie, detto obbligo è prescritto nei casi in cui il proprietario intenda procedere al restauro avvalendosi del finanziamento statale. Appare evidente, in tale ultimo caso, che a fronte di una richiesta di contributo lo Stato possa pretendere di valutare preventivamente gli interventi che si intendono eseguire al fine di poter finanziare solo quelli conformi a metodologie di restauro comunemente accettate;
c) la qualificata «delega» alle «amministrazioni comunali» ad organizzare mostre itineranti e esposizioni delle collezioni private, che a detta degli interroganti incide sugli «scarsi bilanci comunali... impedendo ai privati di promuovere attività espositive per divulgare le proprie esperienze e conoscenze», è invece il doveroso riconoscimento delle attribuzioni dei comuni in materia di valorizzazione dei beni culturali, attribuzioni ad essi riconosciute in via primaria dall'articolo 118 della Costituzione in base al principio di sussidiarietà.
Tale riconoscimento, si ripete, dovuto e conforme a Costituzione, non vieta ovviamente ai privati di svolgere, nell'ambito della loro autonomia, attività di pubblicizzazione e conoscenza delle raccolte di cimeli di loro proprietà.

Alla luce di quanto esposto non si ritiene di poter condividere il giudizio negativo espresso dagli Onorevoli interroganti sul decreto 4 ottobre 2002.


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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-01213 Crisci: Su un incidente nei laboratori dell'Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso.

TESTO DELLA RISPOSTA

Ringrazio l'On.le Nicola Crisci per la particolare attenzione che sta dedicando alla questione oggetto dell'interrogazione, che, per quanto di propria stretta competenza, il Ministero segue con esterna attenzione.
In merito, il Ministero ha raccolto le seguenti informazioni:
a) è stato riferito dalla competente Direzione generale del Ministero medesimo che, sull'incidente in questione, la Regione Abruzzo ha costituito un Gruppo di lavoro per la valutazione dei rischi dipendenti dalle attività, oggetto dell'interrogazione, svolte dai Laboratori dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare siti nel Gran Sasso d'Italia;
b) che il Gruppo di lavoro sopra menzionato sta operando in sottogruppi: uno per la valutazione del rischio chimico e di eventuali altri rischi connessi con la natura delle sostanze impiegate nei predetti laboratori in una zona in cui vi possono essere interferenze con le acque del Gran Sasso impiegate a scopo potabile, un altro per la messa a punto di un programma di monitoraggio cui sottoporre le acque del Gran Sasso e di quelle a valle eventualmente interessate da inquinamento; un terzo per la valutazione degli interventi da adottare in caso di emergenza.

La Direzione competente sopra menzionata ha, recentissimamente riferito, che nel corso di una riunione tecnica tenutasi presso la Presidenza della Regione, e precisamente il 27 maggio 2003, è stato reso noto che il tracciante immesso nel sistema di raccolta delle acque di scarico provenienti da un Laboratorio è stato - effettivamente - riscontrato nelle acque dell'acquifero del Gran Sasso in vari punti, a distanze variabili.
Al riguardo, si richiederà a chi di competenza documentazione dettagliata sulla questione e sugli sviluppi della vicenda, atteso che, sulla scorta degli elementi forniti dalla summenzionata Direzione, il pericolo di inquinamento delle acque da sostanze eventualmente utilizzate e versate dal Laboratorio non appare escluso.
Si ha notizia, peraltro, di indagini in corso di svolgimento anche a cura dell'Autorità giudiziaria. A tal riguardo, appare prudente attendere il risultato delle predette indagini.
Si ha altresì notizia, della quale è pervenuta conferma (allegato 1) che la giunta esecutiva dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha deciso di sospendere cautelativamente ogni attività implicante la manipolazione di liquidi di qualsiasi natura in tutto l'ambiente dei laboratori sotterranei.
Considerata la particolare delicatezza della questione, anche in ordine alla natura degli esperimenti finora condotti all'interno dei summenzionati Laboratori, il


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Ministero continuerà, in coerenza con quanto detto in premessa, a seguirne gli sviluppi, al fine di contribuire alla individuazione delle misure più idonee per il ripristino e la salvaguardia delle condizioni di massima sicurezza igienico-sanitaria per gli abitanti dell'area esposta al rischio e per gli addetti ai lavori, cui l'On.le interrogante fa altrettanto opportuno riferimento.

Allegato 1

INFN
Ufficio Comunicazione

COMUNICATO STAMPA
29 maggio 2003

L'Infn sospende l'attività nei Laboratori del Gran Sasso e chiede alle autorità competenti provvedimenti di urgenza.

A fronte dei crescenti dubbi su una imperfetta tenute della rete delle acque reflue dei Laboratori del Gran Sasso, presumibilmente alla base del provvedimento di sequestro di una delle sale sotterranee dei Laboratori, la giunta esecutiva dell'Infn ha deciso di sospendere cautelativamente ogni attività implicante la manipolazione di liquidi di qualsiasi natura in tutto l'ambiente dei laboratori sotterranei.
Contemporaneamente a tale grave decisione, il presidente dell'Infn Enzo Iarocci ha richiesto alle autorità governative competenti un radicale e urgente intervento tecnico, per consentire il ritorno alla normale attività dei Laboratori in condizioni che garantiscano la completa tranquillità dei cittadini abruzzesi. Tali provvedimenti sono fondamentali per evitare un definitivo e incalcolabile danno all'attività scientifica dell'Infn e di tutte le altre prestigiose istituzioni del mondo impegnate in rilevantissimi esperimenti nei Laboratori.

Per informazioni rivolgersi a:
Angelo Scribano, Vicepresidente dell'Infn
telefono:06 6840031; 338 8625775; 335 8134785
e-mail: angelo.scribano\@pi.infn.it