Dichiarazione finale del Presidente della Camera dei Deputati, On. Pier Ferdinando Casini |
La Camera dei Deputati ha ospitato a Roma il 23 maggio 2002, presso la Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio, la Giornata parlamentare Italia-Africa, cui hanno partecipato i Presidenti ed i rappresentanti delle Assemblee parlamentari di Algeria, Angola, Benin, Botswana, Burundi, Camerun, Capo Verde, Repubblica Centroafricana, Costa d'Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gambia, Ghana, Gibuti, Guinea, Guinea Equatoriale, Kenia, Libia, Mali, Marocco, Mauritania, Mozambico, Namibia, Nigeria, Ruanda, Sud Africa, Sudan, Togo, Tunisia, Uganda e Zambia. Sono altresì intervenuti il Presidente del Parlamento europeo, Patrick Cox, il Direttore Generale della FAO, Jacques Diouf e, a nome del Governo italiano, il Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri ad interim, On. Silvio Berlusconi, il Ministro per le politiche comunitarie, On. Rocco Buttiglione, il Sottosegretario agli Affari Esteri delegato per l'Africa, Sen. Alfredo Mantica. La Giornata, che si è aperta alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana, ha avuto per tema "La cooperazione parlamentare a sostegno dell'Africa" ed ha costituito l'occasione per sottolineare il nesso tra democrazia e sviluppo ai fini della crescita della società civile e nella prospettiva di una rinnovata presenza africana nel contesto mondiale. L'Africa e la comunità internazionale nel suo complesso sono oggi chiamate a nuove e più incisive forme di dialogo e di partenariato. Il grande progetto dell'Unione Africana rappresenta un passo decisivo in questa direzione, dal momento che l'integrazione regionale potrà garantire al continente pace e prosperità, nella misura in cui contribuirà alla prevenzione ed alla gestione dei conflitti, nonché alla condivisione ed alla mobilitazione delle risorse morali e materiali orientando l'economia africana verso standard di qualità e di competitività che consentano il superamento del divario tecnologico e produttivo. E' in atto una svolta da parte dei popoli africani nel loro porsi nei confronti del resto del mondo, in virtù della completa e matura assunzione delle proprie responsabilità, affinché non vi siano modelli di sviluppo calati dall'alto, ma essi possano emergere dal coinvolgimento e dalla partecipazione dei cittadini africani in un quadro di regole democratiche. E' quindi improrogabile l'elaborazione di un nuovo approccio anche da parte della comunità internazionale alla "questione africana" - intesa come questione globale e non meramente continentale - per la cui definizione appare indispensabile cogliere l'opportunità di sostenere la NEPAD (New Partnership for African Development) nell'intento di superare la logica assistenziale ed emergenziale e di favorire invece relazioni economiche e commerciali integrate con la realtà del mondo industrializzato. L'Italia è in prima linea nel farsi portatrice di tale visione in tutte le sedi internazionali, ed in particolare nel G8. Grazie all'iniziativa italiana, il Piano per l'Africa. Tale Piano, che ha visto la luce a Genova ed è destinato ad essere adottato nell'imminente vertice di Kananaskis, individua obiettivi qualificanti ed innovativi quali l'accesso ai mercati occidentali dei prodotti africani, l'incremento degli investimenti privati, il sostegno alle classi dirigenti democratiche, la lotta alla fuga dei cervelli ed il superamento della trappola debito-credito. Il dialogo euro-africano costituisce la chiave di volta per una strategia dello sviluppo durevole, sostenibile ed incentrato sulla persona umana e sull'educazione. Appare perciò decisivo il contributo che l'Unione europea può arrecare ai processi di integrazione e di coesione economica e sociale, implementando la costruzione dell'area di libero scambio delineata sia dall'Accordo ACP di Cotonou che dal Partenariato euromediterraneo. Europa ed Africa potranno in tal modo costituire una rete politica e culturale fondata sulla promozione della democrazia e dello stato di diritto, nel rispetto del complesso dei diritti fondamentali e dell'uguaglianza tra uomini e donne. I lavori della Giornata hanno evidenziato il ruolo dei Parlamenti africani nel consolidamento delle istituzioni democratiche e nei processi di definizione delle identità statuali e di formazione di classi dirigenti responsabili. L'affermazione del circolo virtuoso tra democrazia politica ed economia di mercato ha trovato la sua fonte di legittimazione nelle aule parlamentari e sta caratterizzando la nuova via africana allo sviluppo. La discussione si è incentrata sulle relazioni dell'On. Frene Ginwala, Presidente dell'Assemblea sudafricana, su "Il rafforzamento delle istituzioni rappresentative nelle nuove democrazie africane", e dell'On. Ahmed Fathi Sorour, Presidente dell'Assemblea egiziana, su "Il ruolo dei Parlamenti nella cooperazione tra Europa e Africa". E' emerso come dai Parlamenti possa venire un contributo decisivo per la nuova visione del partenariato euro-africano, sulla base della maggiore consapevolezza da entrambe le parti della necessità di seguire un percorso comune. In conclusione, a questo proposito, i partecipanti alla Giornata hanno auspicato:
|